Donna di Annone Veneto muore di parto a 34 anni per arresto cardiaco

Tragedia a Oderzo: ha partorito, con parto spontaneo senza complicanze, un bambino in buone condizioni
ODERZO. Dramma all'ospedale di Oderzo. Una donna di 34 anni nella notte è morta poche ore dopo aver dato alla luce suo figlio. Nelle ore successive al parto ha avuto due arresti cardiaci, il terzo le è stato fatale.Ecco il comunicato dell'Usl 2, che ripercorre le sequenze drammatiche: 
 
"La direzione medica dell’Ospedale di Oderzo comunica che alle ore 01,41 di questa notte  una donna di 34 anni residente ad Annone Veneto (VE), con gravidanza a termine partoriva, con parto spontaneo senza complicanze, un bambino in buone condizioni.
 
Due minuti dopo il parto spontaneo e fisiologico vi è stata un‘improvvisa comparsa di arresto cardiaco della paziente. Attivate immediatamente le manovre rianimatorie con il supporto dell’anestesista/rianimatore, si otteneva una ripresa dell’attività cardio/circolatoria.
 
Eseguiti gli opportuni accertamenti, la paziente veniva portata in sala operatoria per la ricerca e l’eventuale controllo delle cause di un sanguinamento vaginale. Durante questa fase, alle ore  05,00, compariva un secondo arresto cardiaco. Venivano pertanto eseguite le manovre rianimatorie, mentre contestualmente compariva ulteriore sanguinamento da più sedi che si continuava a trattare con terapia trasfusionale.
 
Alle 05,55, nonostante tutte le terapie messe in atto, in seguito alla comparsa di un terzo arresto cardiaco, e dopo circa un’ora di manovre rianimatorie, si constatava il decesso della paziente".
 
“In questo momento difficile siamo vicini alla famiglia e all’équipe sanitaria – ha commentato il direttore generale, Francesco Benazzi –. Nel caso la famiglia lo ritenga opportuno siamo a disposizione per fornire supporto psicologico“.
 
In Italia la mortalità materna ha una incidenza di 8-9 morti ogni 100,000 parti. La maggioranza dei decessi, il 68%, avviene in occasione del parto e il 19% durante la gravidanza

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia