Don Vena e i preti uccisi, ancora polemica
BIBIONE
Ha fatto discutere la presa di posizione di don Andrea Vena sulla Festa della Liberazione. Alcuni hanno interpretato come una “provocazione” il fatto che il sacerdote di Bibione abbia pubblicato sul suo profilo Facebook la lista dei preti «uccisi dai partigiani». Altri invece hanno sostenuto che ha portato un contributo di verità.
Ricordare questi fatti proprio il 25 aprile non può che essere fonte di discussioni e polemiche, gesto divisivo per antonomasia. Il sindaco di San Michele però, lo difende. Ad ogni modo l’uscita di ieri era stata anticipata da un altro post sui social dove ricordava che alcuni partigiani non erano stati limpidi nel loro comportamento. «Viva l’Italia ha scritto nel post don Vena «Grazie a quanti con impegno e spesso con il sangue ci hanno liberato dai nazifascisti e quanti, con il loro voto, il 2 giugno 1948, ci hanno liberato da una possibile vittoria dei comunisti. In questo giorno, da sacerdote, ricordo e prego per i sacerdoti uccisi dai partigiani: realtà ancora tenuta troppo nascosta (come le foibe)». E a seguire un elenco di sacerdoti trucidati tratto da “Storie dei preti uccisi dai partigiani”, di Roberto Beretta, che scrive per Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani.
«Condivido in pieno le parole di don Primo Mazzolari. Gli antifascisti», ha aggiunto don Vena, «contribuirono alla ricostruzione insieme a tutti, dato che si voltò pagina, che un anno dopo ci fu il referendum a favore della Repubblica, due anni dopo ci furono le elezioni dove vinsero, per fortuna, i democristiani. Ma non dimentichiamo che dopo ci fu l’esodo dalmato-giuliano, le foibe...che ancora oggi vengono boicottate. Finché non impareremo a riconoscere tutti gli errori della storia, non ci sarà mai vera riconciliazione. Retorica, sì, tanta, ma non riconciliazione vera. E lo si vede».
Nel tardo pomeriggio don Vena ha rincarato la dose e ha pubblicato un meme (composizione fotografica con le parole), in cui c’erano due foto: una in alto ritraeva i carabinieri che interrompevano in chiesa una messa in periodo di quarantena; l’altra in basso gli assembramenti che si sono formati, per celebrare il 25 Aprile, a Roma e a Bologna, momenti che fanno molto discutere.
Don Vena fa ancora discutere, dunque. Il sindaco Pasqualino Codognotto, in altre occasioni aveva avuto da ridire su molte questioni con il sacerdote. In questo caso però lo difende. «Siamo in un Paese libero, grazie alla Liberazione», ha sostenuto il primo cittadino di San Michele, «e don Andrea ha semplicemente espresso un suo pensiero».
Rosario Padovano
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