Domani l’ultimo saluto a Silvia Gobbato

SAN MICHELE. «È stato rilasciato il nulla osta alla sepoltura di Silvia Gobbato, la 28enne praticante di San Michele uccisa mentre faceva jogging a Udine da Nicola Garbino. Intanto la famiglia resta chiusa nel suo silenzio composto: «Chiedo scusa, ma per una forma di rispetto, non ci sentiamo di dire nulla, grazie». Il cellulare di Adriano Gobbato domenica è squillato a lungo a vuoto, comprensibilmente. Però a una certa ora, verso le 21, è stato lui stesso a chiamare. Colpisce molto la richiesta di scuse pronunciata dal padre di Silvia, che assieme alla moglie Cinzia e a Paolo si è chiuso in un dolore composto, racchiuso nelle mura di famiglia; lontano dai riflettori e dagli isterismi che hanno caratterizzato altri casi di cronaca divenuti di indigesto chiacchiericcio quasi volgare.
«Nei modi opportuni, entro breve, verrà data comunicazione delle esequie – ha riferito ancora Adriano Gobbato – di più non posso riferire».
E quelle date del rosario e del funerale, alla fine, sono arrivate. Il rosario in suffragio è stato fissato per questa sera, martedì, alle 20, nella chiesa arcipretale di San Michele Arcangelo in piazza San Pio X a San Michele, dove la giovane avvocatessa risiedeva con la famiglia. Mercoledì alle 15.30 saranno celebrati lì i funerali.
A officiare le cerimonie religiose sarà il parroco di Bibione e vicario foraneo don Andrea Vena, originario di Porcia. La famiglia Gobbato, che abita in una villetta nella non lontana via Marango, sulla strada che collega Latisana alla rotatoria per Bibione, è molto religiosa. Chissà quante volte anche in compagnia di Silvia si sono recati alla Messa domenicale. Parlare di perdono può sembrare, in questo momento specialmente, fuori luogo per chi non è addentrato nella vicenda e soprattutto per chi non professa fede.
Ma lo stesso don Andrea Vena ha invitato nei giorni scorsi a pregare anche per l’assassino di Silvia e della sua famiglia. Non è la prima volta che don Vena invita a porgere l’altra guancia.
È capitato anche in altre dolorose circostanze, a seguito di incidenti stradali o disgrazie che hanno visto il coinvolgimento di terzi. E a San Michele tutti i residenti, proprio tutti, stanno ammirando la grande forza d’animo della famiglia Gobbato. Previste per il funerale centinaia e centinaia di persone. Mobilitata la Protezione civile e i vigili urbani. Domani sarà lutto cittadino, i negozi resteranno chiusi. Intanto la gente di San Michele continua a interrogarsi su quanto accaduto. C’è molta discrezione. Nessuno con le parole vorrebbe ferire ulteriormente la sensibilità della famiglia Gobbato, così duramente provata.
«È un dolore troppo grande quello che proviamo – sostiene una donna che si immedesima in Cinzia e Adriano – sono forti e mi sembrano addirittura sereni, composti. Credo siano sorretti da una grande fede».
Ma è anche una vicenda che non fa dormire sonni tranquilli. Il male si è spinto fino al punto da colpire una donna brillante, mentre stava dedicandosi all’attività fisica, al benessere esteriore e anche interiore.
«Credo – afferma un’altra signora di San Michele – che qui ci troviamo di fronte a un caso di omicidio premeditato. Lui in tasca aveva due coltelli. Questo mi fa pensare che lui volesse proprio uccidere».
Sarà, ma perché proprio Silvia? Perché?
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