Domani l’addio a Katia morta a soli 45 anni due mesi dopo il padre

BIBIONE. Due regioni in lacrime per Katia Migotto. Sono stati fissati ieri, dopo il rilascio del nulla osta, i riti di addio per Katia Migotto, la nota ristoratrice dell’Ippocampo, locale di piazzale Zenith, stroncata da un tumore ai polmoni sabato sera, all’età di 45 anni, all’ospedale civile di Pordenone dove era ricoverata da tempo. Il rosario verrà recitato oggi alle 17.30, nella chiesa della Madonna Assunta di Bibione, dove domani alle 10.30 verranno celebrati i funerali. Katia Migotto, sposata con Emanuele Esposito, viveva nella città pordenonese di Cordenons, assieme alla figlia. D’estate però era viveva a Bibione, dove la gente non l’ha mai dimenticata. Due mesi fa morì il padre Vittorio Migotto, il fondatore dell’Ippocampo, già vicepresidente della delegazione Ascom di Bibione ed ex consigliere e assessore a San Michele.
La morte di Katia Migotto ha suscitato profonda emozione in Friuli, ma soprattutto nella sua Bibione, dove era considerata un’autentica istituzione. Tanti l’hanno vista per l’ultima volta ai funerali del padre, dove lei volle esserci a tutti i costi, nonostante il suo fisico fosse provato dalla estenuante malattia. Katia nutriva una forte passione per il mare e per i cavalli.
«In tanti», ha scritto la sua amica Silvia Scian, «ti pensano in cielo. Io ricordo, appena ci siamo conosciute, una tua frase riguardante il mare, e quanto ti mancasse il rumore del frastagliarsi delle onde e tutta l’ambientazione di dove sei cresciuta. Certo, Cordenons e Bibione non sono la stessa cosa. Grazie per aver incrociato la mia vita, arricchendola. Ti penso così, come un faro in un isoletta in mezzo al mare, che guidi la tua bambina nella crescita e tuo marito Emanuele nel proseguire il viaggio, osservandoli da lontano. Tu che spesso, con parole semplici, riuscivi a raggiungere l’anima delle persone». —
Rosario Padovano
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