Dipendenti Trony in Regione per la cassa

SANTA MARIA DI SALA. «Siamo qui perché, dall’oggi al domani, 75 famiglie si sono ritrovate senza posto di lavoro e stipendi. Non sappiamo quale sarà il nostro futuro». Così i dipendenti dei quattro negozi Trony del Veneto (Santa Maria di Sala, Berentelle di Albignasego, Conselve e Zero Branco) si sono ritrovati alle 10.30 di ieri a Venezia, davanti alla Regione, per chiedere solidarietà e dignità. Tra loro, anche persone con 30 anni di lavoro alle spalle.
«Siamo stati avvisati con un messaggio Whatsapp», spiega Mauro Quaglio, «io lavoro in quei negozi dal ’76, mi mancherebbero due anni per andare in pensione. Vorrei avere qualche certezza sul futuro».
La vicenda inizia con il fallimento, comunicato venerdì scorso, di Dps group, a cui fanno capo una quarantina di negozi Trony in tutta Italia, per un totale di 800 dipendenti.
Dopo il sit-in di protesta, una delegazione guidata da Marquidas Moccia (segretaria Filcams Cgil di Padova) si è incontrata con l’assessore al lavoro Elena Donazzan per chiedere il sostegno ai lavoratori del commercio, settore duramente messo in crisi dall’avvento dell’e-commerce.
«Il gruppo Dps è fallito ben prima di venerdì scorso. Abbiamo bisogno di tutto il sostegno politico possibile», ha detto Moccia al termine, «e ci è parso che l’assessore abbia compreso l’urgenza e la difficoltà dei lavoratori. La Regione si è mostrata disponibile a sostenere le nostre istanze al tavolo del Ministero per lo svuluppo economico, e ad attivarsi con politiche di ricollocazione per i lavoratori. Ci aggiorneremo quando riceveremo i primi riscontri dal Ministero».
Tra le richieste del sindacato, c’è soprattutto l’urgenza di attivare la Cassa integrazione straordinaria, un tampone economico al blocco degli stipendi. Per questa, però, serve la manifestazione di interesse da parte di un soggetto acquirente.
Eugenio Pendolini
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia