Diffamati dal sito Tripadvisor

Denuncia del titolare e del personale dell’Osteria “Al Vecio Pozzo” di Santa Croce

VENEZIA. Il pubblico ministero si è arreso non tanto perché quelle affermazioni riportate non siano offensive e diffamatorie ma perché «non sono emersi elementi utili per l’identificazione dei responsabili». Ma Alessandro Lanza, il titolare dell’«Osteria Al Vecio Pozzo» di Corte Canal a Santa Croce, e tutti i suoi dipendenti hanno presentato opposizione all’archiviazione. I loro legali, gli avvocati Claudia De Martin e Alessandro Doglioni, sostengono che la Polizia postale poteva fare di più per identificare i gestori del sito «Tripadvisor». Si tratta del sito che segnala alberghi e ristoranti di tutto il mondo e che ospita le recensioni dei clienti.

Lanza e i suoi dipendenti se la sono presa proprio per la recensione del 2012 firmata «TonyL815-Brooklyn New York» , tra le altre affermazioni si può leggere che il servizio è terribile e che lo staff è composto da «pezzi di m...». Nella querela si legge che «il contenuto della recensione è altamente lesivo della dignità personale dei lavoratori, compreso il titolare che effettua servizio in sala, ma anche dell’esercizio commerciale in sè». Gli avvocati delle parti lese segnalano, tra l’altro, che il regolamento del portale «Tripadvisor» prevede esplicitamente che le recensioni debbano essere «prive di parolacce» e che il sito si riserva la facoltà di rimuovere recensioni per qualunque ragione.

Quelle affermazioni, invece, non solo sono state pubblicate, ma sono rimaste là dove erano state postate per mesi. Per Lanza, la responsabilità non è solo di colui che ha scritto la recensione, ma pure dello stesso portale «per non aver svolto il suo ruolo di controllo su ciò che pubblica». Il pubblico ministero Massimo Michelozzi ha ravvisato i reati di diffamazione e ingiurie, ma la Polizia giudiziaria incaricata delle indagini ha sostenuto l’impossibilità di giungere all’identificazione del soggetto che ha pubblicato la recensione perché gestito da una società con sede in uno stato estero, esattamente a New York. Gli avvocati De Martin e Doglioni, però, sostengono che «non siano state fatte tutte le indagini possibili per individuare il soggetto autore della recensione diffamatoria» e per questo si sono opposri davanti al giudice alla richiesta d’archiviazione avanzata dalla Procura. Toccherà al giudice dell’udienza preliminare Andrea Comez decidere e scioglierà la riserva nei prossimi giorni.

Giorgio Cecchetti

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