Dieci rapporti al giorno per sopravvivere

Per poter «sopravvivere» una prostituta è costretta ad avere 8-10 rapporti sessuali giornalieri. Non deve infatti restare sotto la soglia dei 110 euro guadagnati al giorno, dal momento che lo studio del Comune stima in 50 euro circa la spesa per affitto, cibo e trasporti, mentre si va dai 100 euro al giorno per lavorare sul Terraglio ai 40 per San Giuliano, da versare alle reti criminali che gestiscono il territorio, in particolare quella albanese. Senza contare, infine, i costi telefonici per mantenere il controllo da parte degli sfruttatori. Donne o transessuali costrette a «lavorare» almeno 25 giorni al mese, dove quelle che guadagnano di più sono le ragazze dell’est Europa, anche 600 euro al giorno, passando per i 100 circa delle bulgare che insistono in via Fratelli Bandiera a Marghera, e i 200 alla voce transessuali.
Chi sta peggio sono comunque le ragazze nigeriane alle prese magari con un «debito» da 40 a 80mila euro per riscattarsi, e che si trovano così a versare alle madame tutto il guadagno, venendo in pratica ridotte allo stato di schiave.
In aumento anche il monte ore «lavorative», che ha visto molte ragazze ritrovarsi sulla strada dalle 10 del mattino alle 3 di notte, cambiando magari più zone nell’arco del giorno a caccia di clienti.
I guadagni possono infatti ammontare anche a soli 20-30 euro per un singolo rapporto sessuale, cosa che – per poter rientrare nella soglia di sopravvivenza e non uscire dal mercato – pone poi il rischio di accettare rapporti non protetti con tutte le conseguenze che ne possono derivare sul fronte della salute. Si stima inoltre che, calcolando una media giornaliera di 8-10 rapporti tra le 600 persone che si prostituiscono sulle strade del Veneto, in un anno si arrivi a consumare oltre 1,8 milioni di rapporti sessuali.
Ogni prostituta può così contare una sessantina di clienti a settimana, il 30 per cento fissi con una media di 2-4 rapporti al mese, e un 70 per cento di passaggio con una media di 1-3 rapporti l’anno. In base a questo dato, la clientela sarebbe di 36 mila persone. Questi vengono suddivisi in 18.500 abituali, quindi residenti, e 17.500 di passaggio (camionisti, turisti, viaggiatori o anche extracomunitari irregolari). Pertanto è possibile stabilire, in base alle stime, che ogni anno in Veneto tra 37 e 74mila abitanti comprano sesso a pagamento su una popolazione residente attiva (tra 18 e 75 anni) di 1 milione 828 mila 832 persone: vale a dire che un veneto su 34 sceglie di avere almeno un rapporto con prostitute o transessuali.
Invece, il totale di introito che va ai criminali è pari a quasi 3,5 milioni di euro l’anno per lo sfruttamento sulle strade del Comune di Venezia.Ben 630mila euro vanno alla rete albanese, altrettanti alle madame nigeriane, mentre 2,1 milioni alle reti criminali dell’est Europa. (s.b.)
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