Derivati alla Firas, quattro indagati

Una brutta storia di investimenti sbagliati e poco chiari è costata alla Firas di San Donà circa due milioni di euro. Questa volta non sono coinvolti solo dei piccoli risparmiatori, ma la grossa azienda di via Unità d'Italia che non ha voluto lasciar correre e si è rivolta ai legali. Il risultato è stato che quattro funzionari risultano ora indagati con l'accusa di truffa.
L'azienda, che opera nel settore delle forniture idrosanitarie, aveva effettuato gli investimenti una decina di anni fa, ma ha fatto querela solo tre anni fa dopo aver accertato le perdite subìte. Si parlava di contratti derivati e lauti guadagni, ma non ci sarebbe stata chiarezza nel proporre gli investimenti. Chiuse le indagini, la Procura ha depositato gli atti che riguardano Maurizio Salvador, 59enne di Oderzo, allora vice direttore della Rolo Banca filiale di San Donà, poi gestore di Unicredit Corporate Bank di San Donà; Dino Colautti, 50 anni, residente a Martignacco in provincia di Udine, impiegato della filiale; Doriano Peruzzo, 53 anni, di Mestre, impiegato di Cassamarca e successivamente responsabile di Unicredit banca d'impresa filiale di San Donà. Infine Michele Martello, 52 anni di Baone in provincia di Padova, consulente del gruppo Unicredito italiano.
Assistiti dai loro legali, adesso, potranno fornire tutta la documentazione per difendersi. La Firas ha perso qualcosa come un milione e 400 mila euro. «Ora saranno diventati due milioni» hanno detto i titolari, «perchè abbiamo continuato a pagare in questi anni. Allora, c'erano diverse banche che poi sono entrate in Unicredit. Non possiamo certo cantare vittoria in questa fase, perchè per il momento sono state chiuse le indagini e il pm dovrà, esaminata la memoria difensiva, pronunciarsi in sede di giudizio. All'epoca ci fecero firmare quella che doveva essere un'assicurazione sul rialzo dei tassi di interesse. Il concetto era che se si alzavano i tassi non pagavi il rialzo. Noi abbiamo continuato a pagare e subito queste perdite».
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