Denuncia ignoti per vilipedio offeso da certi parlamentari

Hanno ancora la possibilità di mostrare la loro faccia, ma probabilmente nessuno risponderà all’appello. Gli ignoti che sono stati denunciati dall’antiquario Sebastiano Scarpa per vilipendio alle istituzioni si sentiranno le orecchie fischiare in questi giorni. A pensarli intensamente non è soltanto il signore veneziano che, qualche giorno fa, si è sentito offeso da chi ha indicato come voto per il futuro Presidente della Repubblica personaggi come le attrici «Valeria Marini» e «Sofia Loren», il pornodivo «Rocco Siffredi» o il «Conte Moscetti» interpretato da Ugo Tognazzi. Quando ha postato la sua lettera su FB in 4.000 gli hanno immediatamente dato ragione e perfino la Presidente della Camera Laura Boldrini ha trovato il tempo di rispondere alla lettera che lui stesso le aveva inoltrato, confessandogli che lei stessa durante lo spogli delle schede «è rimasta perplessa da talune modalità di espressione del voto». A infiammare di indignazione l’antiquario è stata l’immagine dell’eroico zio Armando Scarpa, alpino della Julia, citato nel libro «Scarpe al Sole» di Paolo Monelli. La storia di sacrificio e di lotta dello zio e di molti altri ha spinto Scarpa ad andare dalla polizia che, inizialmente, ha verificato che le accuse fossero fondate per poi complimentarsi con il suo gesto. «Qualcuno penserà che sono romantico, altri che sono un vero stupido – afferma l’antiquario del negozio vicino al Ponte dell’Accademia - ma dobbiamo ricordare che ci sono persone che hanno lottato per la democrazia. Ogni giorno la maggior parte della gente si spacca la schiena di lavoro, molti si suicidano perché non ce l’hanno. Queste persone non si possono permettere di fare queste buffonate perché sono dei voti sprecati e il voto è una cosa seria». La sfida di Scarpa è quella di chiedere a questi signori di avere il coraggio di dire chi sono e di non nascondersi dietro la vigliaccheria dell’anonimato. Se è vero che l’articolo 68 della Costituzione afferma che «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni», è anche vero che l’articolo 290 del codice Penale sancisce il reato di vilipendio. Non è una questione di punizione. «Se gli interessati chiedessero scusa io ritirerei immediatamente la denuncia perché si tratta di essere seri nei confronti del Paese e di riconoscere di aver tradito le persone che ci hanno rimesso la vita per la democrazia».
Vera Mantengoli
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