Dal mondo a Venezia il preside del Nautico ora vive in barca

Il dirigente del Venier Cini ha portato la famiglia dal Pacifico Ha diretto diverse scuole all’estero. «La mia casa è il mare»
Di Ugo Dinello

VENEZIA. «Il preside? Sta attraccando, sarà qui a momenti». Perché dirigere la scuola dei futuri lupi di mare e scegliere di vivere su una barca a vela con moglie e figlia è qualcosa che “ci sta”.

Emilio Salgari, lo scrittore di mare che fece divorare a generazioni di ragazzi le avventure di Sandokan, Yanez e del Corsaro Nero, ne sarebbe felice. Lui, studente del “Regio Istituto Nautico in Venezia” tirerebbe un sospiro di sollievo nel sapere che Vittore Pecchini siede sulla poltrona di preside di quella che è stato la sua scuola. Perché il professor Pecchini, dietro l’aria austera ed efficiente che l’ha portato a dirigere prestigiose scuole in Italia e all’estero, è uno che con il mare “ha una storia”, una lunga relazione che l’ha portato a solcare gli oceani del Mondo e a scegliere la città che il mare addirittura se lo sposa.

La sua casa-barca è ormeggiata a Cavallino, ma ora sta per spostare la base in darsena a Venezia. «Beh, sì, abito in un ketch (una barca a vela con due alberi e il timone a poppa di quello di mezzana) equipaggiato per lunghe traversate. Avevo scelto questa soluzione perché sul mare sto bene, la mia famiglia viene dal Pacifico e poi perché non ero sicuro di dove mi sarei fermato. Poi però ho deciso per Venezia e credo che sarà la mèta definitiva. Ma sempre in barca».

Pecchini ha diretto istituti scolatici in Italia (tra cui l’istituto comprensivo del mare di Ravenna) e istituti italiani all’estero (come Edinburgo, in Scozia, e Barcellona, in Catalogna), parla sei lingue, è istruttore di vela e sub, è stato nostromo sulla nave goletta “Leeuwin”, nell’Australia Occidentale, e membro dell’equipaggio della base nautica di Timor, nel mar della Sonda.

A Venezia è arrivato “con il botto”, implementando assieme a tutti i docenti il livello di riconoscimento internazionale della scuola. Da pochi giorni, infatti, l’istituto Nautico Venier Cini ha ricevuto la certificazione Iso 9000 secondo i parametri dell’International maritime organization, passando l’ispezione con il punteggio massimo e classificandosi tra i migliori istituti nautici del mondo. «Un bel colpo», spiega Pecchini, «perché vuol dire che ora i nostri diplomati avranno una corsia preferenziale in Italia e all’estero».

In realtà a lui è affidato tutto il “polo tecnico professionale” della città: gli istituti Fermi (istituto tecnico elettronico), Corner (tecnico con indirizzo sociale e ambientale), il Cini (per le professioni marittime e manutentive) e il Venier (nautico, trasporti e logistica). «Ho fatto io richiesta per questa direzione perché ha un notevole futuro dato che tutti i mestieri avranno bisogno, dal punto di vista tecnico e legale, di una preparazione sempre più accurata e della conoscenza delle lingue. Basti pensare a cosa vuol dire lavorare in una città cosmopolita come Venezia oppure alla conduzione di una nave, dove tutta la conversazione sul ponte avviene in inglese. Ecco, noi offriamo il massimo delle competenze, ma pretendiamo impegno».

L’istituto nautico resta un fiore all’occhiello. «Questa è l’unica città che permette ai nostri diplomati di lavorare a livello locale: pensate a rimorchiatori, pilotine, battelli Actv, battelli turistici. Per questo 15 giorni fa abbiamo creato, assieme agli operatori economici marittimi, l’istituto tecnico superiore “Marco Polo” per la formazione marittima post secondaria. Una scuola all’avanguardia, dunque, che prepara a un mestiere sicuramente impegnativo, ma che a livello globale non ha conosciuto crisi. La logistica internazionale sempre più in espansione permette di trovare un lavoro ben retribuito in ogni parte del globo. E poi, diciamocelo, navigare va oltre: può dare risposte alle domande più profonde dell’animo umano».

Corto Maltese si era scoperto veneziano d’adozione, viveva su un ketch e navigava “per darsi una risposta”. Chi vi ricorda?

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