«Da prosciogliere i due ginecologi»

Per la pubblico ministero Elisabetta Spigarelli, i ginecologi Mario Marando (avvocato Luigi Dalla Rosa) e Alfonso Memma (avvocato Andrea Coppola), entrambi di 63 anni, in servizio nel reparto di...

Per la pubblico ministero Elisabetta Spigarelli, i ginecologi Mario Marando (avvocato Luigi Dalla Rosa) e Alfonso Memma (avvocato Andrea Coppola), entrambi di 63 anni, in servizio nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di San Donà, devono essere prosciolti dall’accusa di omicidio colposo per la morte della paziente Noemi Bernardi, sessantenne residente a Meolo. A chiedere il rinvio a giudizio dei due medici era stata la gip Barbara Lanceri.

La donna era stata sottoposta a linfadenoctomia pelvica totale il 17 marzo 2010 all’ospedale di San Donà, morendo nella stessa giornata al nosocomio dell’Angelo di Mestre, dov’era stata trasferita d’urgenza. A operare la donna in qualità di primo chirurgo era stato il dottor Mirando, coadiuvato dal collega Memma. Durante l’intervento, secondo l’accusa, sarebbe stata provocata alla paziente una lesione vascolare all’arteria ipogastrica che aveva provocato una fortissima emorragia e, quindi, la morte.

Il processo a carico dei due specialisti è alle battute finali. Nella sua requisitoria, la pubblico ministero Spigarelli ha sottolineato come le modalità dell’intervento chirurgico siano state adeguate vista la tipologia di problema della paziente, chiedendo, quindi, il proscioglimento dei due imputati. Sulla stessa linea le difese, secondo cui l’operazione si è svolta correttamente e, come hanno dimostrato anche gli esami istologici effettuati sui tessuti, il tumore era molto aggressivo e, quindi, doveva essere tolto.

La giudice monocratica del tribunale di Venezia Sara Natto ha rinviato l’udienza al 16 marzo per la lettura della sentenza.

Rubina Bon

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