Da portiere d’hotel a trader d’assalto La vita spericolata finita in manette

La bomba è esplosa nel marzo di quest’anno, quando la procura di Pordenone, attraverso il Pm Monica Carraturo, ha iscritto Fabio Gaiatto nel registro degli indagati per truffa, appropriazione indebita e violazione della normativa bancaria in merito ad alcuni mancati pagamenti di interessi. Ma del 43enne ex trader (o meglio, finto trader) di Portovecchio si potevano recuperare tracce già nel 2016, quando venne multato dalla Consob di 15 mila euro, una bazzecola rispetto ai 70 milioni spariti nello scandalo che lo ha visto protagonista.
Ma chi è Fabio Gaiatto? È cresciuto nella piccola frazione di Portovecchio, un paesino fondato ancora prima di Portogruaro, immerso nella campagna divisa in due dal fiume Lemene. A scuola pare non fosse brillante e si dice non attirasse grandi simpatie; dopo aver rimediato un diploma andò a lavorare sulle montagne del Trentino Alto Adige. Svolse varie mansioni, poi divenne portiere d’albergo. In questo suo nuovo ruolo ebbe modo di conoscere un professore tedesco che lo introdusse nel mondo della finanza e in particolare in quella che si poteva considerare l’epoca pionieristica dell’e-commerce e dell’e-banking, cioè la vendita di prodotti finanziati on line.
In una delle sue vacanze estive, Fabio conobbe sul litorale di Lignano una donna molto più giovane di lui, bellissima, Najima Romani, nativa di Udine e con discendenze austriache. Fra la 31enne e il portiere di notte improvvisatosi manager fu amore a prima vista. Amante del lusso, delle macchine veloci (prese spesso a noleggio e all’estero), Gaiatto e gli amici avevano l’abitudine di frequentare le calde notti lignanesi. Tra un calice e l’altro avviò la sua attività di trader, con la speciale collaborazione della madre.
I vari Max Vignaduzzo e Claudia Trevisan (ex candidato sindaco a Fossalta per la Lega Nord nel 2004) composero assieme a Najima una squadra inossidabile nell’universo Forex. Si professavano imbattibili. Fabio Gaiatto fondò la Venice e, subito, i direttori di tutte le banche di Portogruaro avevano avvertito i loro clienti. «Lei è libero di ritirare tutti i suoi risparmi», dicevano, «sappia però, che tra poco, scoppierà una bomba». Questo il tenore delle conversazioni agli sportelli.
Il resto è storia più recente. Gaiatto convince i primi clienti a investire sui sistemi forex attraverso Venice e altre società con sedi in varie zone d’Europa, soprattutto Londra. Trova nella moglie Najima una donna abilissima (e intelligentissima) nel moltiplicare i guadagni attraverso operazioni on line. Convince i primi clienti con investimenti inizialmente “timidi”, e poi sempre più importanti. Gaiatto paga, subito e tanto. Nel primo anno di attività gli interessi staccati erano notevoli. Si guadagna il 10% in un mese, con rendite che si possono visionare attraverso un’applicazione telefonica praticamente sul momento.
La voce si è sparge in fretta, troppo in fretta. Sempre più persone incominciano a investire, a credere in lui. C’è chi, vittima probabilmente di un delirio di onnipotenza, comincia ad acquistare beni, investendo nel mattone. Gaiatto compra tante, tantissime case e proprietà lussuose, in Italia, in Francia e in Croazia. Cavalca l’onda, fonda un vero e proprio impero, rende felici per un po’ i suoi clienti. Ma proprio sul più bello, qualcuno comincia a rivendicare i soldi degli interessi (che non venivano più caricati sul proprio conto corrente) e anche il proprio capitale, non più disponibile “cash”. Crescono a dismisura i risparmiatori che si sentono truffati, il caso esplode in tutta la zona del Veneto Orientale. È in quel momento che Fabio Gaiatto perde il controllo della situazione e, forse, non paga gli interessi a qualche cliente “sbagliato”, di quelli che non possono perdonare, come dimostra oggi l’indagine della Dia di Trieste.
Da imperatore Gaiatto diventa ostaggio di qualcuno, con ricadute negative per sé e per la sua famiglia. Eppure, anche poco prima dell’arresto, continua a concedersi la bella vita. Incredibili sono gli scatti della sua ultima vacanza in spiaggia a Lignano, spiato e immortalato dai suoi detrattori, trasformatisi in investigatori privati che poi riferivano tutto alle forze dell’ordine, già impegnate sul campo.
A settembre l’inchiesta, ormai sulla bocca di tutti, raggiunge il suo culmine. Da quel giorno Fabio Gaiatto non vive più nella mega villa di Portovecchio, dove ha fatto costruire una piscina per il divertimento suo e dei figli. È rinchiuso nel carcere del Castello, a Pordenone. —
Rosario Padovano
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