Da luglio chiude il Banco San Marco

SAN DONÀ. Da luglio chiude anche la filiale del Banco San Marco in corso Trentin, ennesimo sportello bancario che abbandona il corso centrale. Sarà assorbita dall’altra sede di via XIII Martiri e libererà altri spazi in pieno centro città, dove in pochi mesi hanno chiuso già altre due banche: la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, entrambe in corso Trentin a pochi metri di distanza l’una dall’altra. Tra riorganizzazioni e concentrazioni bancarie, anche il centro di San Donà ha visto cambiare gli assetti per quanto riguarda gli sportelli della città che un tempo avevano raggiunto quasi la quarantina in una città di poco più di 40 mila abitanti.
Fino a qualche anno fa erano infatti le banche a occupare gli spazi centrali più importanti, tanto che svariate amministrazioni hanno cercato di porre un freno al proliferare di sportelli per evitare di soffocare e togliere spazi al commercio, già colpito dalla concorrenza dei centri commerciali e poi dell’outlet. Adesso la tendenza si è invertita e sono gli sportelli a chiudere o comunque ad aprire in altre zone non sempre centralissime. Questo consentirà di sfruttare i nuovi spazi per ospitare altre attività commerciali, ammesso che decidano di scommettere sul centro. Negozi, ristoranti, bar potrebbero presto tornare a far rivivere la città, anche perché le banche che hanno chiuso la loro attività sono in pieno centro, affacciate sul corso principale della città e per buona parte pedonale. E’ anche vero, però, che la chiusura delle banche e di molti uffici ha provocato una drastico taglio di persone che girano a San Donà. Si è calcolato che tra chiusure e trasferimenti, home banking, acquisti in rete e modifica delle abitudini della gente in generale, vengono a mancare mediamente 3 mila persone in centro città ogni giorno. Il presidente della Confcommercio mandamentale, Angelo Faloppa, ha spiegato che le amministrazioni comunali dovrebbero avere quale priorità il ripopolamento del centro cittadino, anche a costo di non rilasciare più concessioni edilizie nelle frazioni o periferie, un blocco totale per alcuni anni, favorendo piuttosto le ristrutturazioni in città, quindi nuove costruzioni che possano ospitare altri residenti.
Giovanni Cagnassi
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