Cronotachigrafi alterati, in otto nei guai

MIRANO
Contestata è l’accusa di concorso continuato nell’omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro: rischiano il processo in otto, tra cui sei titolari di società di trasporti o ditte individuali di camion. Che cosa facevano? Avevano provveduto ad applicare agli autoarticolati un dispositivo elettromagnetico azionabile con un pulsante dalla cabina di guida. Così, cliccando quel pulsante, il cronotachigrafo si bloccava come se il messo fosse in sosta mentre, in realtà, continuava la marcia. La conseguenza? Risultavano falsificati i dati relativi ai tempi di guida e di riposo dei conducenti dei veicoli industriali, violando la normativa che disciplina il lavoro dei camionisti e che impone tempi di riposo dopo un certo numero di ore di guida a tutela della sicurezza stradale e del lavoratore stesso. L’inchiesta è stata formalmente chiusa e il pubblico ministero padovano Sergio Dini si prepara a sollecitare la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Matteo Scarpazza, 43 anni di Albignasego, titolare di Lubrimatic, officina per veicoli industriali con sede a Padova in via IX Strada, e del suo capo-officina Fabio Zogno, 45 di Granze; di Gianpietro Marchetto, 57, titolare di Crs srl, ditta specializzata in cronotachigrafi e altre apparecchiature similari con sede a Padova in via Gracia; di Andrea Cazzadore, 46 di Porto Tolle (Rovigo); Carmela Costa, 58 di Camisano Vicentino, titolare di Tras due C. con sede a Camisano in via della Tecnica; Daniele Gallo, 45 di Mirano in via Vetrego; di Luciano Tommasi, 46 di Piove di Sacco, responsabile di Trall Trasporti con sede a Piove in via Rusteghello, e infine di Raffaele Castellano, 65 di Livorno, titolare di Castellano Trasporti con sede a Olbia. L’indagine era scattata in seguito a un normale controllo della polstrada di Grosseto.
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