Crisi, a Mestre duemila persone sfamate grazie ai cibi invenduti

MESTRE. Un piano per ridurre lo spreco alimentare. Mentre a Roma il ministro dell’Ambiente Orlando, in occasione della giornata nazionale, ieri ha invitato il paese ad impegnarsi contro gli sprechi di derrate alimentari, Venezia riprova a costruire una rete solidale che consenta di non mandare in discarica tonnellate di cibo non più vendibile e aiutare le tante “vittime” della crisi. Ci aveva provato l’assessore Bortolussi, in collaborazione con il “Last minute market” di Bologna ma «non se ne è fatto nulla e allora noi facciamo da soli ma avere l’aiuto del Comune resta importante», racconta da Carpenedo il battagliero don Armando Trevisiol.
Ora qualcosa si muove, dice l’assessore Rey, che tenta di rilanciare l’alleanza con alcune catene commerciali. E domani pomeriggio al centro servizi per il volontariato della Provincia in via Muratori primo incontro per la creazione di un progetto provinciale di gestione delle eccedenze alimentari, aperto ad associazioni, Comuni e Caritas. Intanto in città l’unica vera realtà del riuso delle eccedenze alimentari è il “Polo solidale” del centro Don Vecchi di don Trevisiol che collabora anche con il Banco alimentare di Verona. Duemila persone ogni settimana ritirano borse di prodotti messi a disposizione dalle eccedenze dell’Interspar di via Bella attraverso “Carpenedo solidale”. Venti quintali di frutta e verdura ogni giorno vengono donati dai mercati di Padova e Santa Maria di Sala e ceduti ai cittadini, in cambio di un piccolo contributo da 50 cent o un euro.
«Quel che basta a coprire le spese della benzina», dice don Armando. La rete di “Vestire gli ignudi” di suor Teresa mette in circolo vestiti usati e nuovi ma fuori moda: 30 mila le persone che qui acquistano abiti anche di marca a poco prezzo. E ora si fanno avanti anche grossi marchi, come Oviesse e Cadoro. Il primo offre abiti di magazzino, il secondo mette a disposizione i cibi vicini alla scadenza dei 5 supermercati della città e pure quelli della gastronomia che saranno «dati a tutti coloro che si sentono poveri e noi distribuiremo cibo e vestiti senza tessere, sulla fiducia», continua a spiegare don Armando. Una novità, frutto della mente di Danilo Bagaggia, collaboratore del sacerdote di Carpenedo, ed ex dirigente Oviesse che lavora con 120 volontari per assicurare in futuro, stavolta con la fondazione Carpinetum, anche un altro progetto: un self service aperto a tutti e dai prezzi decisamente popolari in zona Mestre Nord. Non è l’unica esperienza: il catering Serenissima al centro Urbanioffre agli anziani pasti a 5 euro e il “Senior restaurant” del centro Don Vecchi di viale Don Sturzo la prima e terza domenica di ogni mese apre le porte a tutti gli anziani del quartiere. Tra i sostenitori di questi progetti concreti contro lo spreco alimentare ci sono anche pasticcerie (Dolci e Delizie, Ceccon, Dolciaria Mestrina) che offrono alla rete solidale del Don Vecchi i dolci invenduti del giorno e che «sono così tanti che noi giriamo spesso anche alla mensa di Ca’Letizia».
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