«Costretto a volare in Bulgaria per operarmi»

Chioggia. Colpito da sclerosi multipla: «Ecco il mio calvario»
Pierangelo Callegaro durante una protesta a Chioggia
Pierangelo Callegaro durante una protesta a Chioggia
 
CHIOGGIA.
Costretto a volare in Bulgaria per avere una speranza di arrestare la sclerosi multipla. A raccontarci la sua storia è Pierangelo Callegaro, 52 anni, da 22 affetto da sclerosi. «Già la diagnosi è stato un calvario - racconta Callegaro - la malattia si presenta con sintomi strani, riferibili a molte altre patologie. Ero stanco, facevo fatica a guidare, a volte perdevo sensibilità nel braccio destro. Ho iniziato un pellegrinaggio tra ospedali, ambulatori ed esami, terrorizzato da una diagnosi che è arrivata dopo quasi due anni. La malattia si è sviluppata lentamente, senza dolore, portandosi via pezzettino dopo pezzettino le mie abilità e costringendomi ad una vita di progressive limitazioni».  Dopo anni di terapie farmacologiche, senza risultati, Callegaro ha trovato una nuova speranza nella recente scoperta del professor Paolo Zamboni, ricercatore all'università di Ferrara. Nel 2008 il medico scopre una corrispondenza tra la sclerosi e una nuova patologia, l'insufficienza venosa cronica celebrospinale (ccsvi), che provoca ostruzioni nelle vene toraciche e cervicali. In pratica il sangue non defluisce correttamente dal cervello al cuore e ristagna creando delle placche.  Secondo Zamboni questa patologia potrebbe essere una delle cause della sclerosi e, come tale, rimuovendo l'una si potrebbe arrestare l'altra. La cura per la «Ccsvi» è semplice: un'angioplastica in cui un palloncino viene fatto scoppiare all'altezza dei restringimenti. Un'operazione, definita «liberazione», che si può fare in day hospital.  A Ferrara Zamboni ha «liberato» 65 pazienti prima di essere fermato dal comitato etico dell'ospedale. In Italia vige ancora la prudenza, in attesa di risultati scientifici certi: pochissimi ospedali hanno l'ecodoppler adatto alla diagnosi e pochissimi hanno avviato le operazioni, tra questi il Pellegrini di Napoli.  «La notizia di questa scoperta - spiega Callegaro - ha cambiato tutte le mie aspettative e mi ha ridato speranza. Solo che come al solito l'Italia fatica a riconoscere il genio dei suoi figli. In Bulgaria, Kuwait, Egitto, Polonia, Giordania, Germania e Stati Uniti le liberazioni avvengono di routine, senza intoppi. Da noi invece gli ospedali nemmeno dispongono dell'ecodoppler adatto. Per avere una speranza mi sono rivolto all'ospedale Tokuda di Sofia e a gennaio potrò operarmi, pagando però di tesca mia».  L'intervento chirurgico costa dai 3.500 ai 5.000 euro, a seconda dei centri, a cui vanno aggiunte le spese di viaggio e di soggiorno prima e dopo l'operazione. (e.b.a.)

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