Corrado e gli amici all’Agenzia «Hanno fatto dei miracoli»

Le testimonianze di Baggio e Tagnin. Nuovi accertamenti fiscali sull’impresa «La relazione del commercialista americano tenuta nascosta dalla Mesirca»



Quando nel marzo del 2015 le fiamme gialle veneziane si presentano alla Baggio Trasporti Combinati di Marghera per una verifica fiscale, temendo per l’esito degli accertamenti, anche per via di un bel po’ di fatture per operazioni inesistenti, il titolare di fatto, Enrico Maria Baggio, ha un’idea. Contattare il colonnello della Finanza Vincenzo Corrado, all’epoca al comando regionale di Venezia, che gli era stato presentato pochi mesi prima da amici a Cortina, per chiedergli un aiuto. È da questo incontro, avvenuto pochi giorni dopo a Silea, che ha inizio la vicenda che vede a processo per traffico di influenze lo stesso Corrado, e la commercialista trevigiana Tiziana Mesirca - per la procura la sua longa manus all’Agenzia delle Entrate - accusati di aver addolcito le verifiche dell’Agenzia, con la complicità del funzionario dell’Agenzia, Christian David. Verifiche nelle quali, tra l’altro, lo stesso sistema di audit interno dell’Agenzia delle Entrate ha recentemente riscontrato anomalie tanto da voler riaprire l’accertamento fiscale nei confronti della Baggio. Aspetti emersi nell’udienza di ieri dove, davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Stefano Manduzio, sono stati ascoltati lo stesso Baggio, Paolo Tagnin, dal 1994 al 2015 amministratore unico dell’azienda, e i finanzieri che hanno eseguito i controlli sulla Baggio.

La Baggio e Corrado

Sono stati sia Baggio che Tagnin (usciti dal procedimento con un patteggiamento rispettivamente a 1 anno e 4 mesi e 1 anno e 8), rispondendo alla domande del pubblico ministero Stefano Ancilotto, a raccontare che Vincenzo Corrado (difeso dall’avvocato Fabio Crea), nel primo incontro, aveva spiegato di poter dar loro una mano, una volta concluso il processo verbale di constatazione che le Fiamme gialle avrebbero poi inviato all’Agenzia. «Ci disse che i finanzieri che avevano fatto i controlli erano incorruttibili», ha detto Tagnin, «ma che ci avrebbe poi potuto aiutare con l’Agenzia delle Entrate, dove aveva degli amici». A patto che l’azienda si affidasse a una commercialista amica, con la quale Corrado aveva lavorato anche in passato ovvero Tiziana Mesirca (difesa da Carlo Broli) che, secondo la procura, come recita il capo di imputazione, fungeva «da intermediario tra Corrado e David, al fine di ottenere in sede di accertamento tributario agli imprenditori una riduzione degli importi contestati in sede di verifica fiscale». Accuse sempre respinte dalla Mesirca anche sulla base del fatto che il suo compenso di 50 mila euro era stato indicato in un regolare preventivo - portato ieri in aula dalla difesa - poi regolarmente fatturato, a differenza dei soldi che Baggio e Tagnin hanno detto di aver consegnato a Corrado, prima 20 mila euro di cui 15 sarebbero stati per un consulente triestino, poi altri 3 mila euro e un Rolex (valore di circa 16 mila euro) comprato da Baggio a Dubai e che, stando a quanto loro detto da Corrado, sarebbe stato destinato a David, che però non l’ha mai ricevuto.

I miracoli e La Baggio Usa

L’accertamento dell’Agenzia si conclude con un importo da pagare, per la Baggio, di circa 3,7 milioni di euro (tra imposte, sanzioni e interessi) ma il risultato più importante ottenuto è l’esclusione della base azionaria - i membri della famiglia Baggio - dal pagamento delle sanzioni. «I miei amici hanno fatto miracoli», disse Corrado in una telefonata con Baggio, intercettata dai finanzieri. Ma, stando alla procura, a confermare che il risultato raggiunto sia il frutto di un accordo illecito c’è anche il faro acceso dall’audit interno. Soprattutto sui costi detratti per l’utilizzo di uno yacht (che non era un bene strumentale della società) e sui rapporti con la Baggio Usa, per la quale l’Agenzia non avrebbe mai neppure chiesto di vedere i bilanci. Un finanziere che ha partecipato alle verifiche ha raccontato come sia stato trovato un documento, nascosto dalla Mesirca, in cui il commercialista americano della società prende la distanza dai dati falsi registrati nel bilancio Usa.

LA SOFFIATA SU Axios

Corrado è anche accusato di aver anticipato a Baggio, in un incontro avuto nello studio della Mesirca, che i finanzieri avrebbero presto fatto una verifica anche alla Axios, società formalmente gestita da società estere, con base a Vaduz (Liechtenstein) ma di fatto amministrata da Enrico Maria Baggio. Furono, secondo l’accusa, proprio Corrado e la Mesirca a suggerire a Baggio come difendersi dai controlli, ad esempio facendo figurare che alcune auto da rally, regolarmente usate da Baggio e in un garage a Bassano, fossero proprio a Valdus e non in Italia. Inoltre, quando i finanzieri arrivarono nella sede vicentina della Axios, trovarono i documenti più delicati nascosti in uno scantinato, e altri che erano stati sbianchettati. Circostanze che non hanno impedito ai finanzieri, stando ai loro controlli, di accertate che la stessa Axios era di fatto amministrata da Baggio. —



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