Coronavirus, a Chioggia hanno subito rubato le mascherine appena consegnate

SOTTOMARINA
Rubate le mascherine distribuite dalla Protezione civile di Chioggia. Il fatto deplorevole è successo ieri mattina in un tratto di zona San Felice, verso la diga. I volontari, contattati dai residenti, hanno subito segnalato il furto e quanto prima provvederanno a portare altre mascherine a chi è rimasto senza. Per evitare che l’episodio si possa ripetere, nelle nuove distribuzioni un gruppo dei carabinieri in pensione, che stanno affiancando la Protezione civile nel servizio, passerà subito dopo per pattugliare le zone e intercettare possibili movimenti sospetti.
L’episodio, senza precedenti, ha sconcertato l’intera città. La distribuzione delle mascherine fornite dalla Regione è iniziata domenica pomeriggio da Valli. Volontari di Protezione civile, Anc (Associazione nazionale carabinieri) e Bersaglieri si dividono i quartieri e procedono via via coprendo tutto il territorio. Le frazioni si sono concluse e la distribuzione è arrivata in centro città. I volontari sistemano le buste nelle cassette postali, con due mascherine per ogni numero civico, e suonano il campanello per avvisare della consegna.
Quando ieri qualcuno ha segnalato di aver trovato le cassette vuote si pensava che potesse trattarsi di una zona non ancora servita, invece si è subito verificato che si trattava di furti. «È un gesto che fa rabbrividire», spiega l’assessore alla Protezione civile, Genny Cavazzana, «non saprei nemmeno come definire chi si macchia di un comportamento tanto bieco. Sono cose che non dovrebbero mai accadere, ma in un momento del genere fanno ancora più pensare. Siamo rimasti tutti profondamente amareggiati, per primi i nostri volontari che con passione e spirito di sacrificio stanno passando la città palmo a palmo per raggiungere nel più breve tempo possibile tutte le famiglie».
Il gesto ha creato ieri sui social anche una caccia all’autore con parole di disapprovazione e minacce nemmeno troppo velate di “una lezione” per far passare la voglia di ripetere il fatto. «Ci è stato segnalato un signore che stava passeggiando in zona con il cane», spiega l’assessore, «ora le forze dell’ordine faranno le loro verifiche. Quel che è certo è che non tolleriamo che il fatto possa ricapitare, quindi ci stiamo organizzando con misure preventive. Per prima cosa i nostri volontari dopo aver suonato il campanello si fermeranno qualche minuto davanti le case per attendere che gli inquilini scendano a prendere le mascherine. Inoltre un gruppo dei carabinieri in pensione seguirà passo passo le consegne mantenendosi nelle zone e monitorando qualsiasi comportamento sospetto. Le mascherine ci sono per tutti. Se qualcuno pensa di doverle rubare per non restare senza, si sbaglia e commette un gesto vile. Se qualcuno ha necessità urgenti, perché ha visite o persone anziane a casa, basta chiamare in Protezione civile e la consegna viene anticipata. Siamo a disposizione e la consegna si sta svolgendo il più velocemente possibile. Fortunatamente abbiamo delle scorte di mascherine di altro tipo, quelle della Città metropolitana, e provvederemo subito a riportarle a chi è stato derubato».
Intanto ieri a San Donà sono arrivate nella sede centrale dell’Usl 4 le 10 mila mascherine che un giovane imprenditore sandonatese residente da 10 anni in Cina, nella metropoli di Ningbo, ha voluto donare ai sanitari dell’Usl 4 e dell’ospedale della sua città. A riceverle il direttore generale dell’azienda sanitaria Carlo Bramezza. Si tratta di 8 mila mascherine chirurgiche, di quelle usate in sala operatoria. E di altre 2 mila mascherine destinate ai bambini.
Il giovane imprenditore, che ha chiesto di rimanere anonimo, è stato subito informato del fatto che il prezioso carico è arrivato a destinazione e ha fatto sapere di rimanere a disposizione delle istituzioni per qualsiasi altro aiuto no profit. —
elisabetta b. anzoletti
giovanni monforte
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