Conto salato all’osteria Brugnaro: pronti a punire i responsabili

«Nei prossimi giorni verificheremo bene questo episodio, ci faremo inviare la copia della denuncia: se sarà confermato questo episodio vergognoso, faremo tutto il possibile per punire i responsabili».
Lo promette il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro con un tweet, in relazione al conto da salatissimo di 1100 euro che sarebbe stato pagato da quattro turisti giapponesi per mangiare in un’osteria del centro storico, vicino a San Marco, quattro bistecche, poi frittura mista di pesce, acqua e servizio, con una guida turistica. La comitiva avrebbe poi denunciato l’episodio. Mentre altre tre studentesse, che avevano scelto un altro locale, avrebbero speso 350 euro per tre piatti di spaghetti.
«Noi siamo per la giustizia, sempre!» conclude Brugnaro, che in una precedente occasione - quando gli era stata inviata una lettera di protesta da un turista inglese che lamentava il fatto di aver pagato 526,50 euro in tre (lui e i genitori)per un pranzo di pesce - aveva invece gratificato dell’epiteto di “pezzenti” i turisti che si lamentavano del conto troppo caro. Su indicazione dello stesso sindaco, il comandante della polizia municipale Marco Agostini starebbe svolgendo i primi accertamenti per valutare l’accaduto nel locale, gestito da cinesi.
A denunciare l’episodio in un post su Facebook è stato il Gruppo 25 Aprile, raccontando appunto di una comitiva di studenti giapponesi di stanza a Bologna che, in visita a Venezia, sarebbero appunto incappati nella «stangata». Secondo quanto dichiarato dal portavoce del Gruppo 25 Aprile Marco Gasparinetti gli studenti giapponesi, tornati a Bologna, avrebbero presentato due distinte denunce dei due maxiconti alla polizia emiliana, allegando anche gli scontrini fiscali.
In attesa che denunce e scontrini saltino fuori per controllare, è prudente il segretario dell’Aepe - l’Associazione pubblici esercenti - di Venezia. «Premesso che nessuno vuol difendere l’indifendibile e che le eccezioni negative ci possono essere in tutte le categorie, compresa la nostra» commenta Ernesto Pancin «attendiamo di vedere le denunce e gli scontrini fiscali di pagamento prima di gettare il discredito su un singolo operatore e il suo personale. Non vorrei che avvenisse come nel caso dell’ultimo episodio di conto «salato» denunciato, in cui poi, carte alla mano, si dimostrò che i turisti avevano pagato anche poco per quello che avevano preso. Noi siamo da sempre per la difesa della qualità della ristorazione veneziana, ma prima di emettere “condanne” vogliamo elementi certi e non sentenze emesse su Facebook».
Il locale al centro dell’episodio avrebbe molte recensioni non positive sul sito specializzato Tripadvisor da parte di clienti che lo hanno frequentato. Secondo Gasparinetti, il secondo locale coinvolto - per i tre piatti di spaghetti da 350 euro - sarebbe lo stesso chiamato direttamente in causa lo scorso novembre per aver fatto pagare 526 euro a tre viaggiatori orientali per un pranzo a base di pesce. «Nell’area marciana» ricorda il portavoce del Gruppo XXV Aprile «solo l’uno per cento dei ristoranti è ancora nelle mani di imprenditori locali, una percentuale che sale al 50 per cento nell’intero centro storico. La gran parte dei locali è passata di mano all’imprenditoria cinese, albanese e mediorientale. Venerdì lanceremo sulla nostra pagina Facebook una sorta di manuale su come “sopravvivere” al Carnevale, con consigli dettagliati sulle situazioni da evitare». (e. t.)
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