Consorzio, via tutti i “consulenti” La mappa di dirigenti e dipendenti
Duecentocinquanta dipendenti da garantire. E venti partite Iva da cacciare. La lotta ai consulenti avviata dal commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova Massimo Miani sta sollevando qualche consenso e molte polemiche. E una divisione netta tra i “garantiti” con il contratto a tempi indeterminato e quelli a termine. Non ci sono solo consulenti cattivi e dipendenti buoni.
Il giornalista Antonio Gesualdi, chiamato nel 2013 da Mauro Fabris, confermato da Giuseppe Fiengo. 80 mila euro lordi l’anno e un lavoro che ha aperto al Consorzio la stagione della trasparenza. Pubblicando dati e contratti sul sito, avviando procedure aperte per gli appalti e l’informazione. Un settore ritenuto ora non più indispensabile da Miani. Gesualdi ha ricevuto il licenziamento la sera dell’ultimo dell’anno. Senza preavviso e senza richiesta di colloquio. Adesso si è rivolto ai suoi legali e al sindacato dei giornalisti. «Svolgo da sette anni un lavoro da dipendente pur senza contratto», dice. Illegittima, secondo alcuni, la procedura adottata, visto che il suo contratto scade il 31 dicembre 2021.
Un caso, a cui ne seguiranno probabilmente altri. Obiettivo, gli avvocati chiamati da Fiengo per districarsi nei contenziosi e nelle richieste di risarcimento danni alle imprese, che hanno chiesto a loro volta un risarcimento record ai commissari di 192 milioni di euro per presunti ritardi e non assegnazione di lavori.
E anche a ingegneri come Sara Lovisati dello studio Ossola. E Giampaolo Cocconi, commercialista e amministratore unico di Thetis.«Siamo in difficoltà economica, e dobbiamo cercare risorse interne», dice Miani.
Al Consorzio i dirigenti sono stati ridotti di numero con l’arrivo dei commissari, così come molti stipendi. L’ex direttore Hermes Redi prendeva 800 mila euro l’anno. Tra i pochi dirigenti sopravvissuti c’è Elena Doni, venuta alla ribalta della cronaca ai tempi dell’inchiesta della Finanza, sullo scandalo del Mose per la sua agendina dove annotava cifre e nominativi.
Oggi il numero dei dirigenti è diminuito. Gli stipendi sono molto variabili, i funzionari guadagnano anche 150-200 mila euro l’anno , alcuni impiegati 7000 euro al mese più i benefit. Tra i 250 dipendenti molti sono i nomi illustri e i parenti di ex presidenti e vicepresidenti del Magistrato alle Acque, ingegneri e magistrati. —
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