Confindustria Venezia Oggi l’assemblea al voto per il progetto di fusione

I primi punti all’ordine del giorno dell’assemblea sono: 1) relazione del presidente; 2) progetto di aggregazione con Assindustria Venetocentro e delibere conseguenti sulla durata delle cariche associative. Oggi alle 15.30, nell’assemblea privata di Confindustria Venezia e Rovigo, gli industriali dell’associazione territoriale saranno quindi chiamati a esprimersi sul percorso di aggregazione di Venezia e Rovigo (insieme dalla metà del 2015, una fusione che venne portata avanti da Matteo Zoppas) con Padova e Treviso, che hanno deciso di andare a braccetto già da un paio d’anni. Se dall’assemblea di oggi uscirà un voto favorevole al percorso di fusione – la grandi aziende di Porto Marghera, quelle con il pacchetto maggiore di voti sarebbero d’accordo – a ricevere l’incarico di ragionare sull’accorpamento sarà la commissione paritetica (con rappresentanti di Venezia e Rovigo e di Assindustria Venetocentro). Se il percorso procederà senza intoppi – è da alcuni anni, con accelerate e rallentamenti, causati anche dalla pandemia, che si discute del progetto – è probabile che ci vogliano un paio d’anni per arrivare al traguardo della fusione. E per i prossimi due anni quindi, se il voto dell’assemblea sarà favorevole e se la proroga passerà il vaglio della Confindustria nazionale, sarà Vincenzo Marinese a conservare la presidenza dell’associazione degli industriali di Venezia e Rovigo.

Dal voto di oggi, stando alle precisioni, non dovrebbero arrivare ostacoli al percorso di aggregazione, anche se sarà importante capire quale sarà la partecipazione e l’adesione. Il protocollo di aggregazione è già stato votato all'unanimità dal Consiglio di presidenza e dal Consiglio generale di Confindustria Venezia. Ora quindi è la volta degli imprenditori dell’assemblea. Oggi Confindustria Venezia e Rovigo è una realtà che comprende circa 1500 aziende e 72 mila addetti. La fusione con Padova e Treviso porterebbe a una realtà con oltre 5 mila aziende e oltre 230 mila dipendenti. Una fusione che, se arriverà in porto, vedrà la nascita di un progetto capace di mettere insieme vari campanili che dovranno trovare l’equilibrio per parlare con una voce sola, rispettosa di tutti. Il tessuto industriale di Venezia, con la presenza di grandi gruppi come Enel o Eni a Porto Marghera, è molto diverso da quello di Padova e Treviso. Poco più di un mese fa il direttore generale di Venetocentro, Giuseppe Milani, parlando del percorso comune di Treviso e Padova e del rapporto con Venezia, aveva detto: «Nel 2008 ci sono stati i primi approcci con Venezia, poi non proseguiti, mentre il sistema aperto Treviso con Padova iniziato nel 2018 si è concluso in un anno. Con Venezia ora il cantiere è ripartito». —



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