«Concessioni, tenere conto degli investimenti fatti»

JESOLO
Si riparte da capo. La decisione del Consiglio di Stato di non prorogare le concessioni demaniali dopo il 2023 era in qualche modo attesa, anche se gli operatori delle spiagge hanno sperato fino all’ultimo in un miracolo. Le concessioni balneari scadranno improrogabilmente a fine 2023.
Il Consiglio di Stato boccia la proroga concessa dal Governo fino al 2033 e sancisce che dal 1 gennaio 2024 tutte le concessioni demaniali in essere dovranno considerarsi prive di efficacia, in omaggio alla Direttiva Bolkestein, indipendentemente se vi sia o meno un soggetto subentrante nella concessione. «La pubblicazione ha preso tutti in contropiede soprattutto per i tempi» dice il presidente di UnionMare Veneto, Alessandro Berton, «Da tempo ci aspettavano questo orientamento perché la legge 145 aveva presentato delle difficoltà. Dovremmo ora impiegare questi due anni per mettere in campo le azioni concrete che la Regione ci consente con l’utilizzo della legge 33 e quindi la possibilità di collegare gli investimenti con la certezza di un titolo. Il Veneto è la sola Regione che ha lo strumento legislativo per il rilascio delle concessioni che passino attraverso un percorso di evidenza che consideri anche gli investimenti fatti negli anni. Questo è lo strumento per dare una risposta forte e aiutare il comparto turistico. Ci troviamo in una posizione di vantaggio perché abbiamo questa legge e dobbiamo lavorare subito con gli esempi virtuosi di Bibione, Eraclea, Lido di Venezia».
Alberto Maschio, presidente dell’Aja e di Federalberghi Spiagge ha analizzato la sentenza. «I pericoli eventuali dipendono da noi» spiega, «dalla nostra capacità o incapacità di muoverci ed essere interpreti del nostro futuro. In questo momento credo vada fatta un’assunzione di responsabilità da parte di tutta la categoria, essere consapevoli che siamo fra i principali attori che incidono sul sistema spiaggia ed essere interpreti di quello che deve essere un cambiamento, un’evoluzione del concetto spiaggia, non solo della nostra località, ma di tutta la costa veneta. Questo termine a breve ci impone di muoverci subito».
Una decisione che penalizza gravemente il turismo balneare italiano e tutte le imprese anche secondo Lorenzo Vallese, presidente regionale dei balneari di Fiba Confesercenti: «Purtroppo il Consiglio di Stato viene a coprire il vuoto lasciato dalla politica che in tutti questi anni ha scelto la via della proroga invece di lavorare a una riforma organica della materia. Adesso bisogna lavorare a gare che, come affermato dagli stessi giudici, tengano conto delle capacità professionali acquisite dai concessionari uscenti e dei loro investimenti, ma anche delle specificità del nostro demanio caratterizzato dalla presenza di una pluralità di soggetti. La tutela delle piccole e medie imprese nella partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica, i cui criteri di partecipazione devono essere tali da non escludere le microimprese, è un principio consolidato della normativa comunitaria che consente di tutelare quella varietà di concessionari che costituisce principale ricchezza delle nostre spiagge». «Ora il Parlamento dovrà fare in fretta», conclude, «per approvare una normativa, coerente con la disciplina comunitaria, che metta fine a un contenzioso iniziato più di dieci anni fa. È possibile che un provvedimento correttivo in tale direzione possa essere inserito durante l’iter parlamentare della legge di bilancio, ma adesso si dovrà fare in fretta quello che si sarebbe potuto fare già da tempo e con maggior attenzione». —
Giovanni Cagnassi
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