Con le stampelle sulle montagne per tornare a vivere

La storia di Moreno Pesce, 37 anni di Maerne. Nel 1997 in un incidente ha perso la gamba sinistra, oggi gareggia
Di Alessandro Ragazzo

MAERNE. Quando ultimi significa essere primi. Primi nella vita, nel volercela fare a tutti i costi. Moreno Pesce, 37 anni di Maerne, partecipa alle corse in montagna non competitive ma non è un corrente come gli altri, che adopera delle normali racchette: gareggia con le stampelle, perché ha perso la gamba sinistra in un incidente stradale quando aveva 21 anni. Da allora ha una protesi.

Se i suoi avversari c’impiegano mezz’ora per coprire l’intero tracciato, lui arriva dopo. Ma non è questo quello che conta, perché Moreno si destreggia bene nei ripidi percorsi che affronta, anche con 700 metri di dislivello.

La sua è una lezione di vita. «Il 13 ottobre», dice Moreno Pesce, «ho impiegato un’ora e 15 minuti per raggiungere il traguardo in una gara a Ziano (Trento), 15 minuti in meno dell’anno scorso». È lo stesso uomo a raccontare la sua storia, la sua voglia di vivere, nonostante il destino di una caduta in moto nel 1997, vicino a Auronzo. «Nell’impatto con una macchina», spiega, «ho subito la rottura dell’arteria femorale. Una donna medico, a cui devo la vita, mi ha subito soccorso e ha bloccato l’emorragia. Senza di lei, il resto non sarebbe accaduto. E ho iniziato la mia seconda fase della vita». Prima di questo episodio, Moreno praticava il karate con buoni risultati, diventando campione regionale e settimo a livello nazionale. Ma dentro di lui, c’è sempre stata la passione per la montagna: ora si divide tra Maerne e Auronzo. «Qualche anno fa», continua Pesce, «ero in vacanza in Val di Fassa e una guida alpina mi ha chiesto di provare un sentiero. Se mi piaceva, mi avrebbe invitato a provarlo in settembre per una manifestazione. E la cosa mi ha subito preso, anche perché ho sempre avuto la passione per le passeggiate ad alta quota. Nel 2011, ho partecipato a tutte e quattro le gare del Vertical Thophy, che si svolge nel Trentino, e quest’anno mi sono iscritto a cinque su sei. A me non interessa quando arrivo. Non mi metto a gareggiare per fare il tempo. Alla fine sono stanco ma la soddisfazione più grande è proprio tagliare il traguardo: questa è la mia vittoria. Non solo, perché poi s’incontrano gli altri concorrenti e questo lo trovo molto bello. Senza contare, che pure la mia ragazza Antonella e la mia famiglia mi appoggiano e m’incoraggiano. M’impegno sempre al massimo, cerco di non farmi aiutare per salire, con il mio bello zaino in spalla». E Moreno Pesce non vuole certo fermarsi qui. «Quanto fatto in passato», continua, «ormai è alle spalle. Ora vivo il presente e vivo anche la montagna in modo diverso».

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