Con le stampelle sulle montagne per tornare a vivere

MAERNE. Quando ultimi significa essere primi. Primi nella vita, nel volercela fare a tutti i costi. Moreno Pesce, 37 anni di Maerne, partecipa alle corse in montagna non competitive ma non è un corrente come gli altri, che adopera delle normali racchette: gareggia con le stampelle, perché ha perso la gamba sinistra in un incidente stradale quando aveva 21 anni. Da allora ha una protesi.
Se i suoi avversari c’impiegano mezz’ora per coprire l’intero tracciato, lui arriva dopo. Ma non è questo quello che conta, perché Moreno si destreggia bene nei ripidi percorsi che affronta, anche con 700 metri di dislivello.
La sua è una lezione di vita. «Il 13 ottobre», dice Moreno Pesce, «ho impiegato un’ora e 15 minuti per raggiungere il traguardo in una gara a Ziano (Trento), 15 minuti in meno dell’anno scorso». È lo stesso uomo a raccontare la sua storia, la sua voglia di vivere, nonostante il destino di una caduta in moto nel 1997, vicino a Auronzo. «Nell’impatto con una macchina», spiega, «ho subito la rottura dell’arteria femorale. Una donna medico, a cui devo la vita, mi ha subito soccorso e ha bloccato l’emorragia. Senza di lei, il resto non sarebbe accaduto. E ho iniziato la mia seconda fase della vita». Prima di questo episodio, Moreno praticava il karate con buoni risultati, diventando campione regionale e settimo a livello nazionale. Ma dentro di lui, c’è sempre stata la passione per la montagna: ora si divide tra Maerne e Auronzo. «Qualche anno fa», continua Pesce, «ero in vacanza in Val di Fassa e una guida alpina mi ha chiesto di provare un sentiero. Se mi piaceva, mi avrebbe invitato a provarlo in settembre per una manifestazione. E la cosa mi ha subito preso, anche perché ho sempre avuto la passione per le passeggiate ad alta quota. Nel 2011, ho partecipato a tutte e quattro le gare del Vertical Thophy, che si svolge nel Trentino, e quest’anno mi sono iscritto a cinque su sei. A me non interessa quando arrivo. Non mi metto a gareggiare per fare il tempo. Alla fine sono stanco ma la soddisfazione più grande è proprio tagliare il traguardo: questa è la mia vittoria. Non solo, perché poi s’incontrano gli altri concorrenti e questo lo trovo molto bello. Senza contare, che pure la mia ragazza Antonella e la mia famiglia mi appoggiano e m’incoraggiano. M’impegno sempre al massimo, cerco di non farmi aiutare per salire, con il mio bello zaino in spalla». E Moreno Pesce non vuole certo fermarsi qui. «Quanto fatto in passato», continua, «ormai è alle spalle. Ora vivo il presente e vivo anche la montagna in modo diverso».
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