Coldplay, ritmo da fuochi d'artificio

La band inglese propone cinque inediti e scatena l'entusiasmo
 
I Coldplay emozionano, incantano e illuminano i ventimila della prima serata dell'Heineken Jammin' Festival. Il boato del pubblico con il pezzo di apertura, l'inedito «Hurts Like Heaven», accompagnato da una serie di fuochi d'artificio tricolore.
 I Coldplay sono così partiti in quarta per poi proiettare il pubblico nel loro mondo fatto di continue suggestioni e colori musicali. L'apoteosi con «Yellow», il loro primo grande successo, piazzato come terzo in scaletta, si continua con un altro evergreen, il fortunatissimo «In My Place». Il gruppo inglese si conferma forte anche nel live, non solo nell'heavy rotation radiofonica. Pubblico in visibilio, dunque, per un'ora e mezza, nella quale sono stati proposti ben 5 inediti, molti dei quali destinati ad essere inclusi nel nuovo album, oltre al pezzo d'apertura anche «Major Minus», «Us Against the World», «Cartoon Hearts-Charlie Brown». Gran finale con il nuovo singolo «Every Teardrop is a Waterfall».  
Il gran finale.
Ma a proposito di finale, impossibile non fare un confronto tra questa edizione dell'Heineken Jammin' Festival e quella dell'anno scorso. I Coldplay sono ripartiti da dove avevano chiuso i Pearl Jam in duetto con Ben Harper sulle note epiche della cover di Neil Young «Keep On Rockin' in a Free World». Un'emozione difficile da replicare, lasciamo a voi decidere se tiene o meno il paragone tra il biondino vegetariano Chris Martin (marito dell'attrice Gwyneth Paltrow) con il ribelle surfista di Seattle. D'altronde i 20 mila paganti dichiarati ieri dagli organizzatori sono meno della metà dei 50 mila della serata conclusiva della scorsa edizione. Poco male, i Coldplay non lesinano in energia, tecnica e classe. Tra i pezzi più forti del gruppo dove militano Guy Berryman, Jonny Buckland, Chris Martin e Will Champion anche «The Scientists» e la sinfonica «Viva la Vida»: il suo incessante ritmo, il crescendo e l'assoluta interpretazione di Martin l'hanno trasformata probabilmente nel momento più alto dell'esibizione di ieri sera. Archiviamo con questa perla il primo live di questa edizione molto «pop» e italianizzata del Festival. E non è solo merito dei Negramaro e di Vasco Rossi, che saranno protagonisti oggi e domani.  
Cesare Cremonini.
Prima dei Coldplay si è infatti esibito un altro italiano, Cesare Cremonini. «Spero che passiate una bella ora di musica con noi» ha esordito il cantautore emiliano ad inizio concerto, alle 19.30. E a giudicare dalla calorosa partecipazione dei fan è stato sicuramente così. Agli antipodi rispetto all'immobile Liam Gallagher, che lo aveva preceduto, Cremonini ha tenuto il palco con maestria. Su e giù da una parte all'altra, sempre proiettato verso il pubblico, gesticolando con l'enfasi dei grandi interpreti e concedendosi anche momenti di raffinato intimismo jazz. È il caso di «Figlio di un re» nel quale si piazza al pianoforte e mostra oltre alla sua ottima intonazione anche il buon gusto pianistico. Per il finale l'emiliano va sul sicuro e piazza il festoso successo dei Lunapop, «50 Special».  
Chi c'è oggi.
Tenore diverso per i gruppi di quest'oggi, tutti caratterizzati da uno stile un po' più dark, se non altro nel look. I newyorkesi Interpol, gli ottimi Verdena, che con il loro ultimo album «Wow» portano avanti la tradizione del rock italiano, e i Negramaro. Completano l'offerta di quest'oggi due proposte fuori dagli schemi, ma da tenere assolutamente d'occhio. Il rapper Fabri Fibra e gli inglesi Elbow, che con l'ultimo album hanno registrato un notevole successo, frutto di eleganza stilistica e sonorità molto ricercate.  

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