Cnr, ecco la mappa dei fondali. «Nuovi buchi in Canal Grande»

VENEZIA. Cosa c’è sott’acqua. Ecco la prima batimetria della laguna e del Canal Grande che documenta millimetro per millimetro lo stato dei fondali. E le variazioni indotte dalle “attività umane”. Lo stato dei luoghi, la morfologia, l’inquinamento e le loro variazioni nel tempo. Caso pilota, la laguna. Che secondo gli scienziati potrà essere applicato a breve a tutti i sistemi costieri.
Uno studio esemplare, quello condotto da un gruppo di ricercatori del Cnr veneziano, pubblicato il 29 aprile scorso. Lo firmano il direttore del Cnr Fabio Trincardi, Carlotta Toso, Alessandra Kruss, Antonio Petrizzo, Elena Catenacci, Valentina Grande, Elisabetta Campiani, Federica Foglini, Fantina Madricardo. Tecniche di ultima generazione per realizzare una mappa batimetrica dettagliatissima, dove si vedono le “ferite” causate alla laguna dai dragaggi e dalle nuove opere, dallo scavo dei canali e dal movimento di grandi navi e piccole flotte. Strumento per monitorare un ecosistema delicato sempre più sotto minaccia. «Uno studio che per la prima volta», si legge nelle conclusioni, «valuta la quantità della variazione subita dai fondali e dalle coste ad opera degli interventi umani. La speranza è che i decisori e gli stakeholders ne tengano conto».
Canal Grande
Un capitolo dello studio è dedicato al Canal Grande. L’indagine ha consentito di scoprire voragini fino a un metro e mezzo in corrispondenza delle fermate dei vaporetti Actv, provocate dalle eliche e dallo spostamento d’acqua sul fondo.
Rifiuti
Strumento efficace per identificare i «macro litter», cioè i rifiuti marini sul fondo, in Canal Grande e alle bocche di porto. Possono «alterare gli habitat naturali, creando altri strati sui fondali». E provocare inquinamento fisico e chimico. Il sistema di controllo del Cnr potrà ora funzionare da «segnalatore» per le aree più a rischio e bisognose di pulizia.
La laguna
Un quarto dei fondali lagunari ( 8 chilometri quadrati su 30) sono stati negli ultimi anni modificati in modo importante dalle attività umane. Le aree più interessate al cambiamento sono quelle urbanizzate (area industriale, Canal Grande, Tronchetto) e quelle soggette a nuove opere come il Mose (le tre bocche di porto) e al passaggio delle grandi navi. Quasi il 50 per cento delle superfici salate e delle terre emerse risultano scomparse o danneggiate. Le cause, l’erosione dei bassi fondali causata dalle correnti e dal passaggio delle barche, lo scavo di canali profondi per il Mose e le navi, gli interramenti.
I dragaggi
L’aumento del numero di navi grandi e piccole ha provocato negli anni la necessità di scavare i canali. «Questo ha causato», descrive lo studio del Cnr, «la sospensione dei sedimenti e l’aumento del livello di torbidità delle acque, inquinamento da composti chimici e la modifica del gradiente salino delle acque».
Le scogliere
messe in laguna per proteggere le coste e le opere mobili, le nuove scogliere come le lunate alle bocche di porto e nell’isola artificiale del Mose hanno modificato la biodiversità, ospitando nuove specie di flora e fauna “non indigene”. E modificando l’equilibrio.
I buchi
Si vedono dall’alto, prodotti dalle infrastrutture come le dighe o le pipelines, ma anche dai pontili in cemento dei vaporetti, le briccole, le scogliere. Le rilevazioni, dicono gli studiosi, consentono di verificare come si siano prodotte le alterazioni in laguna». —
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