Città metropolitana al voto L’idea di una lista unica

Cereser: «Problemi trasversali, centrodestra e sinistra possono stare insieme» Malumori nel Pd veneziano. Celeghin (Fi): «Spinta in questa direzione» 
COLUCCI - TOMMASELLA - SAN DONA' - OGGI SINDACO CERESER IN UN MOMENTO DI RELAX MENTRE LEGGE IL NOSTRO GIORNALE
COLUCCI - TOMMASELLA - SAN DONA' - OGGI SINDACO CERESER IN UN MOMENTO DI RELAX MENTRE LEGGE IL NOSTRO GIORNALE



Una lista unica per le elezioni del consiglio metropolitano di Venezia. Un listone che, nel nome della buona amministrazione, metta insieme i candidati del centrodestra e il centrosinistra. Pd, Forza Italia, Lega, Fdi, le forze di sinistra. Si comincia a discuterne, più tra gli amministratori locali che nei partiti.

Un progetto che ad alcuni sembra già un’eresia, ma sul quale il sindaco di San Donà (centrosinistra) Andrea Cereser, del Pd, ci mette la faccia. «Sì, ci sto e ci stiamo ragionando», spiega Cereser, «i temi di cui si occupa la città metropolitana sono trasversali, riguardano comuni amministrati da sindaci con posizioni politiche diverse, parliamo di ambiente, viabilità, gestione elle scuole. Io credo che la lista unica possa essere una possibilità di dimostrare che, nell’ambito di una realtà come la Città metropolitana, le cose si possono fare insieme». Cereser allude anche al fatto che, negli ultimi cinque anni molte delibere del consiglio metropolitano sono state votate all’unanimità.

«E’ la prova del fatto che si è lavorato insieme. E poi io mi chiedo, da amministratore locale, e quindi togliendomi la maglia del partito: ma per fare il bene del mio comune è meglio che, nella Città metropolitana, io stia in una maggioranza condivisa o mi metta piuttosto a fare opposizione?». Il tema è all’ordine del giorno della conferenza dei 22 sindaci del Veneto orientale convocata dal sindaco di Cinto, Gianluca Falcomer, per la prossima settimana. Cereser sa che le opposizioni nel partito sono molte, e aspre. Soprattutto a Venezia, dove è più forte l’opposizione del Pd al sindaco Brugnaro. «Ma come possiamo pensare di stare all’opposizione di Brugnaro in consiglio comunale e poi di andare a braccetto in Città metropolitana?», ragionano alcuni esponenti del Pd cittadino. Il tempo per la discussione c’è. I circa mille consiglieri comunali e sindaci saranno chiamati a eleggere i 18 rappresentanti del consiglio metropolitano (il sindaco, per statuto, è quello del Comune capoluogo, e quindi Luigi Brugnaro) in primavera, tra aprile e maggio, se non vi saranno ulteriori rinvii per la pandemia. Ma è possibile che il governo decida di infilare le elezioni metropolitane dopo quelle comunali (in primavera si vota per 11 comuni, tra i quali Chioggia) per evitare di candidare sindaci o consiglieri che poi, se non confermati nelle amministrative, sarebbero costretti a dimettersi. Nel frattempo, anche nel centrodestra, un ragionamento si è aperto. «C’è una spinta verso la lista unica sia a destra che a sinistra», spiega Michele Celeghin, coordinatore provinciale di Forza Italia, «e io auspico che si faccia ma va detto che, rispetto a 5 anni fa, c’è una maggiore consapevolezza del ruolo della Città metropolitana, e non saprei dire se possa favorire od ostacolare il dialogo in questa direzione». —



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