Meno verifiche e compiti, a Venezia la scuola sta con Valditara
Il ministro ha inviato una circolare ai dirigenti scolastici, ribadendo la necessità di una miglior organizzazione didattica. Presidi veneziani concordi: «Ha ragione»

Manca poco più di un mese alla fine dell’anno scolastico e non è iniziato solo il conto alla rovescia, ma anche l’accelerata degli insegnanti per terminare i programmi. Così, fioccano compiti a casa e verifiche in classe, ma il ministro dell’Istruzione Valditara ha messo un freno e, per disciplinare i carichi di studio, ha inviato una circolare. E i presidi l’hanno promosso.
La circolare
Pur sottolineando “gli ampi spazi decisionali sulla didattica e l’attività di valutazione” dei docenti, il ministro ha suggerito di distribuire equamente le attività durante la settimana, di non assegnare compiti la sera per il giorno successivo tramite il registro elettronico e di far annotare i compiti anche sul diario degli studenti.
Ed è proprio il registro a rivestire un’importanza strategica nella programmazione delle verifiche in classe, con il ministro che ha suggerito agli insegnanti di «valutare quanto eventualmente già definito dagli altri docenti del team o del consiglio di classe».
Il ministro, così, si schiera dalla parte degli studenti. «Questa circolare» scrive ancora strizzando l'occhio alle famiglie «ha lo scopo di rafforzare sempre di più la positiva collaborazione fra famiglia e scuola e di assicurare una migliore organizzazione del tempo degli studenti da dedicare allo svolgimento dei compiti pomeridiani, soprattutto in concomitanza con giornate festive».
I commenti dei presidi
I dirigenti scolastici, dopo aver letto la circolare, sono rimasti stupiti.
«È logico che debba essere così» commenta il preside dell’istituto superiore Vendramin Corner, «ma è un problema se il ministro deve ribadire una cosa così ovvia, significa che è ancora un problema nella scuola italiana». Per il dirigente, mentre la didattica è andata avanti, con sempre più proposte innovative, anche nel pomeriggio, una parte di scuola è rimasta ferma e continua ad applicare le stesse regole e procedure del passato, anacronisticamente. Una punta di risentimento trapela dal commento della preside dell’istituto comprensivo Giulio Cesare di Mestre, Michela Manente: «Una circolare operativa che richiama delle prassi già in uso. È importante, certo, ma forse non così necessaria, perché i docenti sono dei professionisti, conoscono le modalità di apprendimento e gestiscono l’organizzazione di compiti e verifiche».
Luigi Zennaro, referente per la provincia di Venezia dell’Associazione nazionale presidi (Anp) dà ragione a Valditara ma, aggiunge, «è banale che lo dica il ministro. Anch’io sono d’accordo sul non dare i compiti ai ragazzi che fanno il tempo pieno, sulle verifiche sono più cauto: i ragazzi devono abituarsi ad organizzarsi».
La voce degli studenti
Alvise Dedemo, rappresentante al liceo Marco Foscarini ammette che «la circolare mostra un interesse, che ci fa piacere, ma sono semplici raccomandazioni, non si tratta di un intervento normativo e, quindi, ognuno la interpreta come vuole. È stato più tassativo nella circolare in cui ci ha imposto il minuto di silenzio per la morte del Papa» conclude.
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