Cipriani, il ristorante si veste d’Oro

VENEZIA. Il soffitto è in sfoglia d’oro ed è arrivato a blocchetti di lamine sottili come piume dentro valigette blindate. Il lampadario della vetreria Seguso ha un diametro di due metri ed è una sontuosa combinazione di volute, riccioli, piattini, cascate di goccioloni, gocce e stille. Gli asparagi sembrano invece sculture, diritti come soldatini e guarniti di maionese di baccalà, inchiostro al nero di seppia e concentrato di peperoni. Sei mesi di lavoro, un investimento - diciamo - importante, molte notti inquiete per trovare il nome e infine l’apertura a Venezia e al mondo (soprattutto al mondo), considerato che il suo destino sarà quello di soddisfare il mutevole appetito di stelle del cinema, registi, imprenditori, capi di Stato e clienti dai cognomi indimenticabili.
Si chiama “Oro” (cos’altro?) ed è il nuovo ristorante del Belmond Hotel Cipriani della Giudecca immaginato come uno scrigno ornato di specchi che riflettono il verde della laguna, decorato di tessuti di Rubelli, statue di Matteo Lo Greco, blocchi di vetro allo stato freddo di Luciano Vistosi, tele di Julio Larraz, bronzetti di Paulin Paris e messo nelle mani dell’executive chef Davide Bisetto (due stelle Michelin) e del restaurant manager Carlo Tofani per il quale la presentazione di ogni singolo piatto è un’ode alla gioia delle papille gustative.
“Oro”, che ha preso il posto del vecchio ristorante Fortuny nel quale è passato mezzo secolo di storia, racchiude anche l’espressione tutta veneziana “oro”, cioè va tutto bene, quindi foriera di felicità, come augura il general manager dell’albergo Giampaolo Ottazzi che insieme all’amministratore delegato di Vranken-Pommery Italia, Mimma Posca, ha inaugurato giovedì sera il locale.
I rumors sul dov’era ma non sul com’era si sono infine acquietati di fronte alla metamorfosi realizzata dall’interior deigner Adam D.Tihany che quando c’è da cambiare cambia e non si lascia prendere dal rimpianto per l’anticaglia. Via le stoffe Fortuny, la moquette, le luci degli anni Settanta. Il futuro che avanza, tattavia, necessità di una minima metabolizzazione. Niente paura. Per i clienti più nostaligici è già pronto il menù Amarcord: tagliolini verdi al proisciutto gratinato e carpaccio Cipriani.
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