Cinquanta genitori subito al lavoro

Dovevano tinteggiarla, si sono trovati di fronte al disastro. Una madre: «Vorrei mettere a pulire chi ha fatto tutto questo»

SPINEA. Il gruppo di volontari del progetto “Mi prendo cura della mia città”, dovevano fare ieri un intervento proprio alla Mantegna. Complice la chiusura al sabato, in programma c’era di ridipingere gli interni e ripulire le stanze. I genitori sono arrivati in via Botticelli alle 7.30: mai e poi mai si sarebbero aspettati di trovarsi davanti a una scuola invasa dal fumo, con uffici, mensa e sezioni completamente inagibili. Alla fine, il tam-tam di chiamate ha permesso di portare all’elementare una cinquantina di persone, insegnanti compresi.

Qualche papà e mamma ha addirittura speso delle ore per la scuola prima di recarsi al lavoro. Altri ancora hanno rinunciato a starsene a casa, pur di rimetterla a posto. Ne è nata una solidarietà a catena quasi commovente, che non è passata inosservata né al sindaco Silvano Checchin e né all’assessore all’Istruzione Loredana Mainardi, i primi a ringraziare i volontari.

Ma l’amaro in bocca resta, che si somma con l’odore acre da sopportare. «Non ho parole per quanto successo» commenta Alessandra Boldrin, una mamma «e vorrei tanto mettere a pulire chi ha provocato tutto questo. Mi auguro solo che i miei figli non crescano come chi ha dato fuoco alla Mantegna: forse non hanno avuto una buona educazione dai loro genitori». I lavori sono andati avanti in modo ininterrotto per l’intero fine settimana, notte compresa, pur di riconsegnare ai bambini la scuola. «L’ho lasciata venerdì che era perfetta» spiega l’insegnante Francesco Papa «e me la ritrovo in queste condizioni: mi sembra incredibile. Non si riusciva a respirare, c’era una puzza tremenda ma siamo ottimisti di farcela in tempi rapidi. È stata rovinata una scuola per nulla: è un segnale preoccupante». Amareggiata pure il presidente del comitato genitori del comprensivo Uno, Lucia Veccia. «Un gesto grave» commenta «e i bimbi ci chiedevano cosa fosse successo se fossero stati all’interno: non si sentono tranquilli». Attonita pure Mainardi. «Non abbiamo ricevuto minacce» assicura «e non sappiamo chi possa essere stato ma siamo davanti a un puro atto di vandalismo». Tutte le associazioni e la parrocchia hanno lavorato per assicurare il pieno appoggio a Comune e scuola. «Il parroco don Antonio Genovese» fa sapere il rappresentante nel quartiere della chiesa Santi Vito e Modesto, Silvano Scaramuzza «ha messo a disposizione anche il nuovo oratorio, oltre alle due aule per il catechismo». Rammaricato pure il presidente dell’associazione Amici del Graspo d’uva Riccardo Righetti. «Troppo spesso succedono fatti simili» aggiunge «e lo abbiamo fatto presente a chi di competenza. Viviamo con il pensiero che atti del genere possano sempre accadere». (a.rag.)

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