Cimitero più grande e accogliente taglio del nastro per la “Rotonda”

2500 metri quadrati di superficie, di cui 2011 coperti. Quasi 3.000 loculi, oltre 2.500 ossari e più di 1.000 vani per urne cinerarie. Sono questi i numeri della nuova “Rotonda” inaugurata ieri al cimitero di Mestre dopo anni di attese.
«Un intervento necessario», ha sottolineato il direttore di Veritas, Andrea Razzini, «perché il nostro camposanto era ormai arrivato al limite e non riuscivamo più a fare fronte alle richieste di spazio da parte dei cittadini».
Dopo anni di lavori ed interruzioni, dovute, in alcuni casi, anche al fallimento delle ditte edili appaltatrici, finalmente ieri è stato consegnato alla città una vera e propria opera destinata alla sepoltura dei defunti. Composta da quattro settori adiacenti, ma separati l'uno dall'altro, si tratta di una struttura all'avanguardia, adeguata alle normative antisismiche e in sicurezza per lo smaltimento delle acque meteoriche. Tutto l'impianto è a norma con i pavimenti antisdrucciolo e agevola l'accesso alle persone portatrici di handicap che si presentano in carrozzina.
Realizzata a costi contenuti, è già predisposta anche per l’installazione di pannelli solari. Dei quasi 9 milioni stanziati dalla Giunta per la sua realizzazione, oggi vengono restituiti 900 mila euro che il Comune potrà utilizzare per la realizzazione, a breve, di altre opere.
A benedire la “Rotonda” ieri erano presenti don Armando Trevisiol e don Gianni Antoniazzi della parrocchia di Carpenedo. A rappresentare le autorità il sindaco Giorgio Orsoni, il vice Sandro Simionato, l’Assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin e il presidente della Municipalità, Massimo Venturini.
«È un segnale importante», ha detto il sindaco prima di tagliare il nastro, «il saper anche riuscire a stare sotto i costi e sapere che si tratta di un’opera costruita utilizzando le nostre strutture e i nostri tecnici. Si tratta di un segnale forte che il nostro Comune funziona bene. E quest'opera permette di far vedere come l'impegno che quotidianamente mettiamo in ciò che facciamo alla fine si concretizzi sempre».
Prima di entrare a visitare la struttura, la “Rotonda” è stata benedetta da Don Trevisiol che ha sottolineato come essa sia «importante per i numeri ma anche per l'impatto visivo. Il nostro cimitero è molto frequentato ed è un punto di ritrovo per i credenti; un’opera di questo tipo concede un ampio respiro e non è opprimente per chi viene qui in raccoglimento a pregare per i propri cari».
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