Ciclista tamponato e ucciso dal furgone di un 82enne

La vittima è Mauro Mondelli, 74 anni, agente di commercio in pensione Stava facendo il suo giro mattutino. La moglie lo aspettava per colazione

STRA

Ciclista travolto e ucciso, in via Venezia, a Stra, da un furgone condotto da un ottantaduenne, E. M., di Vigonza.

Vittima del terribile incidente stradale accaduto ieri mattina poco prima delle 5.30 è Mauro Mondelli, 74 anni, ex agente di commercio in pensione, residente in via Polati a Noventana.

Mondelli era uscito di primo mattino per il giornaliero giro in bici, a casa l’attendeva la moglie Anna Sartorato con la colazione pronta.

«Ci vediamo dopo» le aveva detto sull’uscio. A suonare il campanello di casa, tre ore dopo, sono stati i carabinieri di Noventa per informarla che al marito era successo qualcosa di grave. Ma per metterla al corrente della drammatica realtà hanno atteso l’arrivo dei figli.

La salma dello sfortunato ciclista era già stata portata all’Istituto di Medicina Legale di Dolo, a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha pure disposto il sequestro i due mezzi coinvolti.

I rilievi sono stati fatti dai carabinieri di Stra. La dinamica è stata ricostruita ed è dunque al vaglio dei militari dell’Arma, che sono stati obbligati a chiudere al traffico, anche ai bus di linea, la strada regionale 11 della Riviera del Brenta bloccando una delle principali vie di comunicazione sulla direttiva ovest-est.

Dai primi riscontri e dalla posizione dei due mezzi coinvolti è emerso che ciclista e automobilista viaggiavano nello stesso senso di marcia, da Vigonza verso Stra.

Nel tratto davanti a villa Gritti, Mauro Mondelli è stato travolto dal furgone Citroen Jumper condotto dall’anziano vigontino.

La morte è stata istantanea, per il poveretto non c’è stato nulla da fare. L’investitore, rimasto illeso ma sconvolto, è stato sottoposto all’alcoltest e l’esame risultato negativo.

Inevitabili le ripercussioni sul traffico fino alla riapertura della strada regionale, avvenuta verso le 10.

Mauro Mondelli, dopo una vita di lavoro, da pochissimi anni era andato in pensione e ora si dedicava alla famiglia, ai figli Giuseppe, Maurizio e Silvia e agli amatissimi nipoti.

«Ha fatto una vita da agente di commercio, era sempre in macchina e non ha mai fatto un incidente» lo ricorda sotto choc la figlia Silvia, «Per il suo lavoro papà si alzava molto presto, un’abitudine che non aveva mai perso. Si svegliava anche alle 3, alle 4. L’unico svago che si concedeva era il giro in bicicletta. Di solito partiva da casa e percorreva la Noventana verso Ponte di Brenta. Poi tornava da Busa e Capriccio e tagliava per una viuzza interna sbucando in via Salata».

Continua la figlia Silvia: «Era il suo giro quotidiano per tenersi in forma. Partiva di mattina presto proprio per evitare il traffico e usava sempre la ciclabile. Purtroppo l’incidente è successo nell’unico tratto che ne è privo, è pazzesco».

La figlia ne è convinta: l’automobilista non ha nemmeno visto il ciclista, sulla carreggiata non vi è nessun segno di frenata.

«Eppure papà era previdente, si preparava su tutto e stava molto attento» si dispera Silvia, «indossava abiti visibili, pure il giubbetto rifrangente, e la sua bici attrezzata. Come può non averlo visto? ». Domande su cui indaga la Procura. —





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