«Ci servono più spazi per gli studenti per la residenza e per la socialità»

Puntare sugli studenti per farne, se possibile, i nuovi residenti di domani. Sono al centro del progetto della nuova rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello ascoltata ieri in Comune in audizione in Commissione consiliare. Per qu esto ha ricordato il progetto Study in Venice – condotto con Iuav, Accademia Conservatorio – per trovare nuove residenze per gli studenti internazionali che arrivano a Venezia. Ma anche la necessità di trovare nuovi posti-letto per quelli veneti e italiani che a Venezia si fermerebbero volentieri.
«Abbiamo attivato il centro studentesco di Santa Marta, presto apriremo San Giobbe e poi via Torino, ma non basta», ha sottolineato la professoressa Lippiello, «e per questo con Iuav, Comune e proprietari abbiamo avviato l’intesa per mettere a disposizione degli studenti universitari una parte degli alloggi turistici ora vuoti, a un prezzo calmierato. Siamo riusciti a ottenere che non siano affittati solo per un anno, ma per tutto il periodo dei corsi di studi universitari».
L’assessore Paola Mar, che ha la delega all’Università, ha ricordato come siano stati finora 64 gli alloggi affittati agli studenti, prima del lockdown che ha complicato le cose. «Ma abbiamo anche decine di ricercatori in arrivo che hanno vinto le borse “Marie Curie” che non sappiamo dive mettere», ha ricordato Lippiello, «e servono nuovi spazi anche per la socialità degli studenti, che affollano campo Santa Margherita perché altrimenti non sanno dive andare».
Un’esigenza, quella degli spazi per i giovani che mancano, sottolineata anche da consiglieri comunali, come Paolo Ticozzi del Pd. Ma a questi giovani, perché si fermino poi a vivere a Venezia, bisogna anche trovare un lavoro stabile e la rettrice – che punta molto anche sull’internazionalità, ricordando le nuove sedi aperte da Ca’ Foscari a Suzhou, Baku, Mosca, pensando anche a New York – ha parlato deiprogetti in divenire comequelli legati al Recovery Fund. Ma soprattutto al “Progetto VeniSia”, per ripopolare Venezia e attirare soprattutto imprese, manodopera qualificata e attività produttive legate sopratutto al tema della sostenibilità ambientale e dei cambiamenti climatici, oltre dell’innovazione. Andando oltre la monocultura turistica. Un progetto ambizioso, VeniSia sta per Venice Sustainability Innovation Accelerator, predisposto dai Ca’ Foscari nel periodo del Covid e che vede già la Regione Veneto come partner, agganciando all’iniziativa anche il protocollo già firmato dal Comune di Venezia, che prevede la messa a disposizione di alloggi turistici ora sfitti, per studenti e ricercatori.
Lippiello ha risposto anche al consigliere Gasparinetti, che ha definito il nuovo corso di Hospitality «una foglia di fico per coprire una speculazione immobiliare sull’ospedale al Mare, senza il parere favorevole del Dipartimento interessato». «Il progetto ha avuto il via libera da Senato accademico e Consiglio di amministrazione», ha replicato la rettrice, «oltre che da un Dipartimento e ricevo continue manifestazioni di interesse per il corso di laurea». —
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