Chiudono fruttivendolo e macelleria
Abbassano le saracinesche dopo 60 anni d'attività, resiste solo il panificio

A sinistra Vanni Reghelini, il macellaio di Campo Stringari. Al centro Davide Livieri dell’associazione Approdo 19, pormotore di una petizione tra i residenti. A destra Angelo Zennaro il fruttivendolo di Calle Passerella
Troppa concorrenza da parte dei supermercati, voglia di andare in pensione e quei cartelli quasi timidamente affissi agli ingressi che, dietro la scritta «cedesi attività», rivelano la triste realtà che vive Sant'Elena. Dopo oltre sessant'anni stanno per chiudere la macelleria e il fruttivendolo, due degli ultimi tre negozi di vicinato sui quali potevano contare i 2.500 santelenini.
L'altro è il panificio alimentari che si incontra pochi metri dopo essere sbarcati dai vaporetti Actv. I titolari delle due attività in vendita non nascondono il loro rammarico per la decisione ormai presa, pensano ai concittadini, agli inevitabili disagi che ne deriveranno, ma sono decisi in questa scelta. «Sarei già dovuto andare in pensione cinque anni fa - spiega Vanni Reghelini, il macellaio di Campo Stringari - tiro avanti continuando a dare un servizio ai santelenini, ma non ce la faccio più. Questo negozio è aperto dal 1952, lo gestisco dal'68 dopo che c'era stato mio padre, ma il lavoro è diminuito e si è stritolati dalle tasse e dai controlli. Non ne vale più la pena. Entro fine anno le saracinesche verranno abbassate per sempre». Angelo Zennaro, il fruttivendolo di Calle Passerella, allarga le braccia e conferma: «Io in pensione ci dovevo andare dieci anni fa, invece sono ancora qui con la famiglia. Ma in una mattinata i clienti si contano sulle dita delle mani, se poi ti dimentichi di fare uno scontrino diventi un delinquente. Dal 1964 a oggi ne son cambiate di cose. Un tempo facevi il carico di frutta e verdura ogni giorno, ora vai una volta la settimana. Ci vogliono almeno quattro persone per tenere in piedi un negozio come questo, la speranza è che un'altra famiglia si interessi per proseguire, ma ho i miei dubbi al giorno d'oggi. Se penso che cinquant'anni fa a Sant'Elena c'erano una cinquantina di negozi...». Ora sono tre, potrebbe restarne uno solo, di mezzo due tabaccherie, la farmacia, il giornalaio, un albergo e quattro tra ristoranti e trattorie. Col Venezia in serie D neppure lo stadio attira gente la domenica. «Ci stiamo organizzando per promuovere una raccolta di firme - annuncia Davide Livieri dall'associazione Approdo 19 - Questa è una vera richiesta di aiuto. Sapevamo che il rischio di chiusura c'era, ma adesso è concreto. Da quasi tre anni lottiamo per poter avere anche qui il Farmer's market, o quantomeno di avere un giorno alla settimana una barca che arriva nel canale dello stadio per vendere frutta e ortaggi. Il Comune aveva promesso d'interessarsi, ma non sè più fatto vivo nessuno».
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