Chioggia, lo sfogo della ex vicesindaca: «Io cacciata per giochi di potere»
Elena Zennaro perde le deleghe dopo mesi di tensioni interne nella giunta Armelao e accusa il sindaco di cedere ai giochi di potere. In pole per la sua successione l’assessore Sandro Marangon

«Il sindaco mi ha cacciato perché ha ceduto ai giochi di potere». Il giorno dopo la revoca delle deleghe, la vicesindaca Elena Zennaro commenta la defenestrazione togliendosi qualche sassolino.
Il sindaco Mauro Armelao preferisce invece non commentare. La cacciata della vicesindaca, che aveva le deleghe a Pari opportunità, Cultura, Demanio, Agricoltura, Privacy, Trasparenza, Giudice di pace, Avvocatura civica e Affari istituzionali, era in realtà nell’aria da almeno due settimane, ma la formalizzazione dell’ennesimo cambio di fisionomia per la giunta sta prestando il fianco all’opposizione per nuovi attacchi alla squadra di Armelao, accusata di forti frizioni interne e di una litigiosità che provoca l’immobilismo dell’attività amministrativa.
Ora l’attenzione si sta spostando anche sul totovicesindaco. Pare che in pole position ci sia l’assessore al Sociale e all’Istruzione Sandro Marangon, che dopo l’ingresso in Forza Italia anche di due consiglieri della civica Chioggia protagonista, reclama ora più peso. Rimane però da capire se la Lega, partito del sindaco, dia il suo benestare dato che qualche mal di pancia pare ci sia anche lì.
La Zennaro paga quindi l’effetto delle frizioni di maggioranza che si stanno trascinando da tempo e che si sono palesate in modo chiaro con la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione che è stata votata anche un consigliere di maggioranza e indirettamente favorita dall’uscita dall’aula durante il voto di tre consiglieri della civica Chioggia protagonista.
La Zennaro era già stata “graziata” una volta dopo il divorzio tra il sindaco e FdI, rimanendo in giunta a titolo personale e svicolandosi dal partito. Un atto di fedeltà che era stato premiato con la carica di vicesindaco. Ora, con la nuova ondata di critiche per il cambio di casacca non ufficializzata, con l’ingresso nell’Udc, la Zennaro è tornata nell’occhio del ciclone e ha pagato con la poltrona. «Prendo atto con serenità della decisione del sindaco, che ha ceduto ai giochi di potere in atto, alle mie spalle», commenta l’ex vicesindaca, «ma permettetemi di dire, anche alle spalle dei cittadini elettori del centrodestra di Chioggia. Leggo nel decreto di revoca delle deleghe, che non sarei “più rappresentativa dal punto di vista politico” e è venuta meno la sua fiducia in me di rappresentare coerentemente i suoi indirizzi e obiettivi programmatici.
Orbene, è lui che un anno fa mi chiese di restare anche se non ero più rappresentativa di un partito specifico, perché conosceva il mio valore. Cosa è cambiato oggi? Forse la volontà di lasciare più spazio ad esponenti di centrosinistra? Perché io non sono cambiata, resto una donna di centro destra, che porterà sempre avanti politiche di centro destra e che punterà i piedi, se in un gruppo si prenderanno decisioni avverse ai cittadini, anche se questo le costerà dissapori con alcuni consiglieri, perché per me la politica non è una poltrona, che dir si voglia, ma impegno e ideali».
Per la giunta di Armelao che si era salvata dall’uscita di FdI, dopo un lunghissimo braccio di ferro, facendo entrare in maggioranza a aprile del 2024 la civica di centrosinistra Energia Civica, ora si apre un altro periodo di consultazioni interne per superare l’ennesima crisi. Si profila quindi un Armelao ter con nuovi giri di valzer nelle deleghe e un nuovo vicesindaco che per molti potrebbe essere Marangon. In tre anni Armelao ha già perso o cacciato due vicesindaco (Daniele Tiozzo Brasiola di FdI e ora Elena Zennaro dell’Udc) e tre assessori (Pierluigi Serafini e Elisabetta Griso tecnici in quota Lega e Massimiliano Tiozzo di FdI).
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