«Chessman» ritorna in carcere per droga
Vigonovo, lo storico bandito dovrà scontare 3 anni e 5 mesi

Costante Carraro detto «Chessman»
VIGONOVO.
Costante Carraro detto «Chessman» elemento di spicco della mala in Riviera del Brenta, torna in cella a Santa Maria Maggiore a Venezia. L'ex bandito, un tempo legato al clan di Felice Maniero torna in carcere per l'arrivo di una sentenza definitiva. Si tratta di una condanna da scontare di 3 anni 5 mesi e 28 giorni di galera per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. A riportarlo dietro le sbarre sono stati i carabinieri della compagnia di Chioggia che si sono presentati a casa sua a prelevarlo, lui non ha opposto alcuna resistenza. Nel 2009 la squadra mobile di Padova lo bloccò, in una strada di Vigonovo, con addosso 50 grammi di cocaina a poche centinaia di metri dalla sua abitazione, dove è sempre tenuto d'occhio dalle forze dell'ordine. Quella volta gli investigatori della sezione antidroga della questura padovana arrivarono a colpo sicuro. Troppo sicuro per i gusti di «Chessman» che cercò a lungo di capire se esisteva e chi era stato il «gola profonda» che poteva averlo tradito. «Chessman» è una figura storica della mala del Brenta ed è stato così soprannominato in riferimento al feroce bandito americano. Costante Carraro si può definire l'anello di congiunzione tra il fondatore della mala, Adriano Toniato, e la banda di Felice Maniero. «Chessman», oggi, ha 63 anni, ma la sua capacità di criminale - secondo gli investigatori - non è diminuita con l'età. Nella sua lunga carriera Carraro è stato soprattutto un rapinatore e il suo conto con la giustizia lo ha pagato con numerosi anni di carcere già scontati. Ha imparato dai più vecchi, dai banditi come Adriano Toniato e Giovanni Coccato che negli anni 60 prima con i furti di bestiame e poi con le rapine hanno fatto storia. Costante Carraro però ha fatto scuola di suo, tanto che un suo nipote, chiamato «Chessmetta», ha seguito le orme dello zio, finendo in carcere in più di un'occasione per una serie di rapine, alcune delle quali, secondo gli inquirenti, organizzate dallo stesso Felice Maniero, capo della mala del Brenta negli anni 80' e 90. Costante Carraro comunque fino al 2009 non era mai finito in vicende di droga. Ora, lo storico bandito sessantatreenne, dovrà scontare una condanna per questo tipo di reato, che va ad aggiungersi ad un «curriculum criminale» di tutto rilievo. (a.ab.)
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