«Centro vietato ai clienti, a giugno chiudo»

«Se entro giugno non avviene qualcosa di positivo chiudo i battenti». Luca Ghegin, proprietario del negozio di elettrodomestici "Mercurio city" di via Rosa è risoluto. «Se le cose non cambiano in questa città, non mi resta che lasciare a casa dieci dipendenti».
Un annuncio anticipato da una mail inviata all'Ascom Confcommercio. L'imprenditore, titolare anche del negozio Ghegin di via Miranese e che di recente ha acquisito il negozio Ratti di Venezia, spiega senza timore i motivi della sua scelta: «Mestre è una città depressa. C'entra sicuramente la crisi economica, ma per un 35 per cento c'entrano le scelte fatte in questi anni: cantieri sempre aperti e zone a traffico limitato che sono viste fuori dalla terraferma come un ostacolo a vivere Mestre. Sembra quasi che i nostri politici facciano apposta a tenerle 24 ore su 24 mentre in zona Auchan hanno persino i parcheggi gratuiti. E quindi per un commerciante l'unica soluzione è farli contenti e chiudere».
Luca Ghegin ha preso la decisione a malincuore: «Resto convinto che un negozio come quello di Mercurio city, che offre dagli elettrodomestici alla ferramenta, sia utilissimo in pieno centro città».
In via Rosa, è bene chiarire, non c'è alcuna zona a traffico limitato, ma a pochi passi c'è il cantiere di via Poerio che tra non molto occuperà Riviera XX Settembre. E poi in via Carducci si transita senza problemi. Il problema che pone Ghegin, anche nella mail inviata all'Ascom di Mestre, è più che altro di visione: «Come fa un commerciante ad investire in un centro cittadino, per sua natura centro commerciale all'aperto, se non ci sono mai azioni che incentivino l'arrivo della gente in centro, anzi si spinge sempre per tenerli fuori». Ztl, quindi, non sospese la sera «per andare a mangiare la pizza», ma accessibili «di giorno quando sono aperti i negozi», sauggerisce Ghegin. E anche «parcheggi che vengano offerti gratuitamente per invogliare la gente a venire in centro a fare acquisti».
Una proposta, quella del negoziante, che «se si tramutasse in realtà, ma ci credo poco, potrebbe farmi cambiare idea sulla volontà di chiudere l'attività entro giugno di quest'anno, lasciando a casa dieci persone. Lavorare a Mestre è davvero difficile: per carità, la colpa maggiore è della crisi, ma anche queste politiche sulla viabilità incidono oramai pesantemente sull'immagine di questa città. E nessuno fa niente per cambiare le cose».
Mitia Chiarin
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