Centri commerciali pieni «Ma la vera lotta è al web»

Parcheggi al completo a Nave de Vero, Auchan e Valecenter. La città si è difesa Il commento dei negozianti: «I ribassi funzionavano se più distanti dal Natale»



Templi dello shopping pieni e parcheggi esauriti. Nel primo giorno di saldi, la battaglia tra grande distribuzione e centro cittadino è stata vinta – come da anni oramai – dalle grandi strutture di vendita dove il parcheggio è gratis e al cui interno si sta al caldo mentre si fanno le “vasche” lungo le vetrine.

Nonostante ciò però, il cuore pulsante della città ha visto un buon afflusso di persone, anche se quelli che un tempo erano definiti “i saldi di fine stagione” - e che oggi partono quando appena si iniziano a infilare i guanti di lana - non hanno incassato il botto dei tempi d’oro.

Il centro commerciale Nave De Vero di Marghera è stato il più affollato, ma i parcheggi erano full un po’ dappertutto, all’Auchan di Zelarino così come al Valecenter di Marghera. Buon afflusso anche al Centro Le Barche di Mestre.

«Gente ce n’è stata molta», dice il presidente di Confcommercio, Doriano Calzavara, «certo, non sono partiti con il botto come un tempo, ma i parcheggi dei centri commerciali erano pieni e anche in centro a Mestre si girava parecchio per trovare posto. Del resto abbiamo avuto un Natale davvero magro, con un calo tra il 20-30 per cento delle vendite».

Prosegue: «Quello che non va bene, è che i saldi online siano iniziati prima, ossia il 27 dicembre, mettendo in ulteriore difficoltà il commercio. Noi negozianti abbiamo due handicap: le date e i prezzi». Chiarisce: «La verità è che scontro più duro non è più grande distribuzione contro negozi singoli, ma tra il commercio fisso, piccolo medio o grande, e quello online senza regole».

Antidoto? «Contro l’acquisto sul web secondo me funziona solo la faccia, la garanzia, la qualità. Un po’ alla Giovanni Rana».

Spostare i saldi in avanti, per Calzavara non serve: «I ribassi vanno fatti quando c’è bisogno, il web smonta qualsiasi decisione di anticipo o posticipo, si fanno se serve. Quello che si nota quest’anno, invece, è che sono spariti gli sconti del 10 e 20 per cento, si parte subito dal 30 e si arriva al 60, una tendenza deflattiva».

«Inutile demonizzare l’acquisto online», dice il direttore di Confesercenti metropolitana, Maurizio Franceschi, «per ora il web mette in crisi più i centri commerciali che il negozio, ma il commercio di vicinato si rilancia nella misura in cui si rilanciano le città, non c’è capacità del piccolo negoziante che tenga se non arrivano nuovi investitori, nuovi format non ripetitivi e innovazione dell’offerta commerciale».

Prosegue: «I saldi sono un appuntamento importante, capire come vanno oggi è difficile, non c’è più una sola via per fidelizzare un cliente o un solo modo di acquistare: il Natale non è andato bene e gli sconti così ravvicinati alle feste fanno male. Quando si facevamo a fine febbraio, la gente a Natale acquistava e a fine stagione comperava per l’anno dopo, adesso non è più così».

Ragiona Franceschi: «Oggi i saldi sono l’unico vero acquisto in cui un consumatore capisce se risparmia. Le vendite promozionali sono operazioni già pensate di marketing, difficile capire quale era il valore della merce a meno che non si decida di dare delle regole. Non credo sia giusto liberalizzare i ribassi e penso che i saldi vadano posticipati e non liberalizzati». —



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