Centri commerciali chiusi il 26 dicembre: "Vinta una battaglia"

MARGHERA. La Regione convocherà in tempi molto brevi il movimento “Domenica no grazie” per discutere della problematica dei centri commerciali aperti le domeniche e i festivi.
La risposta alla richiesta dello stesso Movimento è arrivata mercoledì, e si è aggiunta alla decisione di Nave de Vero di restare con le porte chiuse il giorno di Santo Stefano: «Siamo felicissimi per entrambe le notizie», assicura Tiziana D’Andrea, storico volto della protesta del personale addetto nei centri commerciali del Veneto.
«Per noi questa è la vittori di una battaglia, ma non della guerra. Auspichiamo che a questo punto aderiscano anche tutte le catene di supermercati con i loro punti vendita sparsi sul territorio comunale di Venezia e, comunque, la nostra volontà è quella di essere in Regione al più presto. Abbiamo chiesto al governatore Zaia e all’assessore Marcato di istituire un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati e aprire così una linea di dialogo per rispettare i lavoratori e le loro famiglie. Serve un tavolo etico con paletti ben definiti, altrimenti ogni festività del futuro sarà vissuta con esasperazione di toni pari a quella degli ultimi giorni. Come movimento proseguiremo il nostro lavoro e pensiamo di aver fatto qualcosa di importante e risvegliato un minimo di dignità e coscienza. Vogliamo che si riprenda la discussione in sede parlamentare, perché quel che si deve fare con urgenza è cambiare la legge attuale. Ne serve una che chiarisca le posizioni e le possibilità per il commercio, non solo per cooperative e grande distribuzione».
Nella mattinata di mercoledì don Enrico Torta, da sempre in prima linea anche su questo argomento, aveva ribadito che «la mobilitazione delle coscienze può fare molto, basti pensare all’impegno per chi è stato rovinato dalle banche. Siamo partiti in venti e tre mesi fa eravamo in 4 mila a Treviso. Per gli addetti dei centri commerciali è uguale, bisogna farsi forza e con pazienza affrontare la questione e raggiungere gli obiettivi».
Una stoccata, poi, Tiziana D’Andrea l’ha riservata a quelle catene commerciali che in passato avevano difeso i lavoratori, acquistando spazi pubblicitari per dire che restavano chiusi di domenica: «Li abbiamo invitati al nostro confronto ma non ci hanno neppure risposto. Vogliamo vedere cosa faranno e se rispetteranno le decisioni prese. Purtroppo in Italia viviamo un autentico pasticcio, un controsenso allucinante visto che in Europa il rispetto di lavoratori e famiglie è una priorità».
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