Cento udienze in una sola mattina: ressa e proteste davanti al giudice di pace di Venezia

Il presidente del Tribunale: «Circolare anti assembramenti violata, ci saranno sanzioni». Gli avvocati: incomprensibile 

VENEZIA. Un centinaio di udienze in una mattina. Una manciata quelle svolte, la gran parte rinviate alla primavera 2021. Qualcuna addirittura a maggio prossimo. Tutt’intorno, in attesa sparpagliati in fondamenta o ammassati lungo i corridoi aspettando il proprio turno, assembramenti e ressa.

Ennesima riprova di una macchina della giustizia allo sbando e tra mille difficoltà, come denunciato nelle scorse settimane per la cronica mancanza di personale all’interno dei tribunali e per un numero ciclopico di arretrati da smaltire.

Mattinata di caos ieri davanti al giudice di pace di Venezia, a riva de Biasio. Le udienze fissate erano un centinaio, e fin da subito gli avvocati, sbigottiti, hanno iniziato a protestare a causa di una situazione insostenibile. Pur con mascherine indossate, le distanze di sicurezza erano impossibili da mantenere: tanto in fondamenta quanto all’interno dell’edificio.

A causa delle nuove norme di sicurezza approvate per ridurre al minimo il rischio di contagi, infatti, gli avvocati non possono più entrare all’interno della struttura se non prima di farsi riconoscere dalla guardia giurata appostata all’ingresso con il compito di far entrare a blocchi in base al ruolo di udienza.

Il che è avvenuto anche ieri, ma con una folla di avvocati ben maggiore: almeno 180-200. «Ci hanno fatto entrare all’interno», racconta un legale ieri a Venezia per un’udienza di conciliazione, «e il cancelliere è arrivato dicendoci che eravamo in troppi all’interno, e in uno spazio troppo piccolo: “siete qui a vostro rischio e pericolo”, così ci è stato detto».

Quanto capitato ieri, con la fissazione di oltre 100 udienze da parte della giudice Elena Biasutti, arriva a distanza di pochi giorni da una circolare dello stesso presidente del Tribunale, Salvatore Laganà, del 18 settembre che fissa per il giudice di pace il limite a 20 cause al giorno proprio per evitare assembramenti dentro la struttura e all’esterno. Una comunicazione ampiamente disattesa.

«Ho chiesto immediatamente una relazione sull’accaduto», il commento del presidente del Tribunale, «che sarà contestato a livello formale e chi è stato responsabile della situazione sarà passibile di una sanzione disciplinare». Parole di condanna anche da Giuseppe Sacco, presidente dell’ordine degli avvocati di Venezia, che non usa mezzi termini dopo le proteste dei legali. «Evidentemente la dottoressa Biasutti non ha capito cosa è successo negli ultimi sei mesi a Venezia, in Italia e nel mondo. Le udienze di ieri potevano essere calendarizzate in maniera idonea. Un comportamento incomprensibile, soprattutto alla luce degli sforzi che si stanno compiendo nelle aule giudiziarie veneziane nelle ultime settimane».

Non c’è pace, dunque, per la giustizia veneziana. Il caos di ieri arriva infatti poco dopo le proteste degli stessi avvocati, affiancati dalla presidente della corte d’appello Ines Marini, per la decisione del ministero della Giustizia di assegnare undici nuovi magistrati alla Corte. Un risultato ben lontano dai 20 in più richiesti dalla stessa Marini per far fronte alle 28.640 cause pendenti nel capoluogo di Regione. Il ministero inizialmente aveva proposto 10 magistrati, il Consiglio superiore della magistratura 13, si sono fermati a 11. La vicenda era stata al centro anche di un’interrogazione parlamentare di Forza Italia, mentre l’ordine degli avvocati di Venezia aveva già denunciato una situazione drammatica. —


 

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