Centinaia di multe alle barche in divieto

Raid dei vigili nei canali del centro storico. Centinaia di contravvenzioni elevate alle barche ormeggiate, anche in piena notte, per infrazioni al regolamento. E la protesta aumenta. Cittadini e popolo delle barche sono in subbuglio, e annunciano manifestazioni e proteste. Cos’è successo? Che le pattuglie dei vigili, interpretando il regolamento alla lettera, hanno fatto «strage» di barchini, topo e sampierotte. «Mi hanno multato perché non si vedeva il contrassegno della targa», denuncia una delle «vittime», «ma se la barca è ferma e senza motore il contrassegno non è obbligatorio». Altri hanno ricevuto la sanzione (minima 66 euro) per l’ormeggio «non regolare» pur se autorizzato. Paline non regolamentari, barca non segnalata agli uffici. E, ancora, bandiera tricolore non esposta in navigazione. Multe anche a chi ormeggia e scende per qualche minuto. «Abbandono di natante» si legge nel verbale. I gondolieri e i pendolari delle isole che vengono a lavorare in barca ne sanno qualcosa. Ma anche i residenti sono arrabbiati: «le rive sono privatizzate, gondolieri, merci, ormeggi. Dove si può scendere a terra?» Per non parlare della velocità. Spesso sanzionata anche per pochi chilometri l’ora sopra il limite, per mezzo di telelaser o anche di macchina fotografica, non sempre però ammessa a processo. «Avere una barca è diventata una colpa», si sfoga un anziano pescatore dilettante, «invece di combattere il moto ondoso da un po’ di tempo a questa parte se la prendono con le barchette dei residenti. Non possiamo entrare in certi canali, non possiamo andare a pesca, non possiamo fermarci e a volte nemmeno tornare a casa se rispettiamo tutti i sensi unici. Dobbiamo avere la targa e l’attrezzatura. E non abbiamo la radio per avvisarci come fanno i taxi». C’è subbuglio tra i possessori di barche. Anche perché il Comune ha annunciato una nuova stangata che riguarda stavolta le passerelle di accesso ai posti barca. In alcune zone come Castello un sistema antico e molto diffuso. Fino a ieri era tutto gratis, ma adesso bisognerà sborsare 40 euro per accedere al posto barca a pagamento. «Abbiamo fatto un accordo con le associazioni e ridotto la tariffa», dice l’assessore Bergamo, «quanto alle multe non sono indicazioni che vengono dall’assessore. I vigili agiscono di loro iniziativa e fanno rispettare le norme».
I controlli spesso si ripetono nell’arco di qualche ora. Ma i «diportsiti» – e qualcuno non vuole farsi chiamare così per distinguersi dai turisti con il gommone – chiedono maggiore attenzione del Comune alla tradizione delle barche tipiche. E alla cultura di chi ancora va in barca.
Giusto punire invece chi fa moto ondoso e non rispetta le regole, danneggiando la città. Ma su questo fronte, i comitati denunciano: «Nonostante la buona volontà dei singoli operatori delle forze dell’ordine, il sistema non colpisce chi fa davvero moto ondoso». L’esempio ben visibile è quello delle garitte in legno costruite dal Comune qualche anno fa per vigilare sul traffico acqueo. Erano una decina, nuove di zecca. Ma adesso sono tutte pericolanti, in parte già smantellate. Quelle nuove non vedono un vigile da parecchio tempo. Così è stata demolita la garitta del rio di Noale, uno dei rii più trafficati della città, arteria che collega il Canal Grande con la laguna nord e l’aeroporto.
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