Caso Rizzetto Vicina la fine delle indagini sull’incidente
PORTOGRUARO
Si entra in una fase decisiva nella complicata vicenda giudiziaria relativa alla morte di Marco Rizzetto, l’automobilista di 24 anni deceduto a seguito dello scontro, avvenuto all’East Gate Park la notte del 2 maggio 2014, tra la Ford Fiesta che stava guidando, e la Volkswagen al cui volante c’era una donna di Ronchis, lasciata dolorante sul posto dal passeggero che in quel frangente andò via e in seguito patteggiò 4 mesi per omissione di soccorso.
Tra una settimana scadono i termini del prolungamento delle indagini disposta dal Gip della Procura di Pordenone Eugenio Pergola, che ha chiesto un supplemento di lavoro al pm Monica Carraturo. O si va avanti nel procedimento, o si archivia definitivamente. L’ipotesi di reato su cui il magistrato sta lavorando è di omissione di soccorso. Dalle ricostruzioni delle forze dell’ordine intervenute non si capisce se il 24enne sia morto sul colpo o dopo un’agonia di molti minuti. I genitori hanno sempre lamentato ritardi nella richiesta dei soccorsi. Si sta valutando la posizione sia della guidatrice dell’auto; sia del passeggero che sedeva in parte, sia del medico di base dell’automobilista, arrivata sul luogo dell’incidente. La trasmissione “Chi l’ha visto” ha trasmesso mercoledì un estratto della richiesta di aiuto dai toni drammatici fatta, al telefono, dalla guidatrice della Volkswagen. E per la prima volta ha parlato, di fronte alle telecamere di Rai Tre, la mamma di Marco, Susanna Toniolo. «Quella notte mi sono alzata alle 5 e sono corsa in camera per vedere se fosse tornato. Non era a letto ed ebbi un presagio quando squillò il telefono di casa. Erano i carabinieri, e ci chiedevano di raggiungere il pronto soccorso». —
R.P.
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