Casa vacanze per disabili Athena e Lando sott’accusa

Doveva diventare una casa vacanze per persone con disabilità e i loro familiari, grazie a fondi della Regione Veneto: ma in sei anni, non un mattone posato.
Arriva al giudizio della Corte dei Conti il caso della Coop mestrina Athena e del suo rappresentante legale Moreno Lando (padovano, al centro di una fitta rete di cooperative sociali), che nel 2012 ha ottenuto dalla Regione 5,1 milioni di finanziamento (la metà dei quali, subito erogati) per l’acquisto del soggiorno Alpino ex Istituto Malfatti a Laggio di Cadore.
Il progetto? Ristrutturare l’immobile in residenza turistica semiprotetta per persone con disabilità e i loro familiari, con l’inserimento al lavoro anche di soggetti svantaggiati. Due milioni e mezzo pubblici incassati dalla cooperativa, ma in sei anni nessun cantiere aperto, né alcun lavoratore svantaggiato assunto, tanto che la scorsa estate la Regione ha revocato l’intero stanziamento: provvedimento impugnato al Tribunale civile dalla stessa cooperativa. Ora interviene la pubblico ministero della Corte dei Conti, Chiara Imposimato, per chiedere la condanna di Athena e dello stesso Lando al risarcimento dei 2 milioni e mezzo pubblici incassati, più 113 mila euro di interessi, per un totale di 2 milioni e 650 mila euro da restituire alla Regione Veneto, più rivalutazione monetaria e spese di giustizia. Oggi l’udienza davanti ai giudici della Corte dei Conti, che dovranno decidere nel merito. Agli atti la corposa indagine svolta dalla Guardia di finanza per conto della Procura. «Dopo aver ottenuto i fondi», si legge nell’atto di citazione, «la cooperativa ha modificato il progetto iniziale, presentandone uno significativamente diverso alla Regione e al comune di Vigo di Cadore. In luogo della ristrutturazione, il raddoppio delle volumetrie, nuovi edifici e modifiche estranee alle finalità del progetto iniziale.
Alcun beneficio verso soggetti svantaggiati è stato posto in essere in concreto. Il finanziamento pubblico ha subito un evidente sviamento, in quanto (...) l’acquisto dell’immobile non poteva essere fine a sé stesso».
La coop si è difesa sostenendo di non aver potuto avviare i lavori a causa di una strada comunale che attraversa la proprietà. Strada, osserva l’accusa, che esisteva già al momento della stipula della convenzione con la Regione e che non avrebbe impedito la ristrutturazione. A febbraio, la Corte dei conti si è occupata di un’altra coop facente capo a Lando, la 4 Autism oltre il labirinto con sede a Vigonza, che nel 2011 ha presentato un progetto per la costruzione di una fattoria didattica per ragazzi autistici nel Trevigiano. L’associazione ottiene il finanziamento e il versamento di una prima tranche di 142 mila 569 euro a cui però nel 2013 rinuncia contestando i vincoli restrittivi del bando.
Lando subentra nel direttivo diventandone presidente e scrive alla Regione spiegando di trattenere il finanziamento per la creazione di un ecoparco-canile. Anche in questo caso però, stando ai rilievi della Guardia di Finanza, il progetto non va in porto. A febbraio la condanna della 4autism a restituire 74 mila euro, 59 mila in carico a Lando, 14 a Diego Dainese, componente del direttivo.
In attesa di udienza un terzo progetto di Lando, per la trasformazione di un capannone da 3. 500 metri quadri a Monselice, in un polo della logistica con 40 dipendenti, compresi ex detenuti: 4 milioni di finanziamento regionale. il capanno c’è, i detenuti no. Colpa della crisi, si è difeso l’imprenditore.
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