Casa di riposo pronta tra due anni
Noale. Posata la prima pietra davanti a circa 300 persone

La posa della prima pietra con il sindaco e il vescovo di Treviso
NOALE.
Gelo e neve nell'area di cantiere, insolita posa della prima pietra all'interno del palasport di via De Pol per la nuova casa di riposo di Noale. Di fronte a circa 300 persone, tra sindaco, giunta e consiglieri, arriva anche il vescovo di Treviso Monsignor Gianfranco Agostino Gardin al cerimoniale per la nuova residenza dedicata a Santa Maria dei Battuti, che ospiterà fino a 100 anziani. La realizzerà la ditta Relaxxi di Mauro Cazzaro, che si sbilancia: «Nessun ritardo: due anni e taglieremo il nastro». E' raggiante il sindaco Michele Celeghin: «Abbiamo scongiurato il rischio di perdere la nostra casa di riposo - afferma - troppo obsoleta e non a norma quella attuale. Noale meritava questa nuova struttura, l'abbiamo fatta come potevamo farla, attraverso la concessione di gestione, viste le finanze esigue e siamo soddisfatti». E proprio Celeghin si è rivolto al vescovo per chiedere che, una volta aperta la struttura, non manchi l'impegno della Diocesi per garantire la presenza della guida spirituale del suo cappellano, don Lino, una vera garanzia per gli anziani ospiti. Sul palco delle autorità il sindaco ha voluto anche i suoi due predecessori, Carlo Zalunardo e Mario Bonaventura, a testimoniare la lunga genesi del progetto, durato anni, di una nuova residenza per anziani a Noale. La nuova casa di riposo sorgerà in via De Pol, a fianco dell'Enaip, comoda al centro e al parcheggio della stazione e costerà 15 milioni di euro. Avrà tutte la certa in regola per essere un edificio a norma, anche dal punto di vista energetico. «Basti pensare - ha ricordato Cazzaro - che il riscaldamento inciderà solo per il 20 per cento sui costi complessivi e che il tetto sarà dotato di profili fotovoltaici». Per il presidente della conferenza dei sindaci dell'Asl 13 Fabio Livieri è una prima importante risposta al problema dell'assistenza degli anziani nel territorio, anche se la questione delle impegnative rimane un'emergenza: «Sono 500 oggi quelli ancora in lista d'attesa - spiega - alla Regione chiedo di tenerne conto, perché è un elenco che si allunga sempre più». (f.d.g.)
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