Canal Grande senza barche a motore

Imbarcazioni private ferme dalle 10 alle 15, divieto anche in rio di Cannaregio. A Mestre stop alle auto dalle 10 alle 18
Di Alberto Vitucci

Stop alle barche a motore in Canal Grande e rio di Cannaregio dalle 10 alle 15. Traffico fermo in terraferma dalle 10 alle 18 nell’area compresa tra la tangenziale, via Martiri e via della Libertà.

A Venezia per la prima volta il blocco dei motori interessa oggi anche la laguna, o almeno una sua piccola parte. La “Giornata ecologica 2013” proclamata dal Comune toglierà infatti i mezzi a motore solo per un periodo limitato. E non dappertutto. Sarà un’azione più che altro simbolica. Ma un primo passo, dice l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, verso una mobilità diversa, fatta di mezzi meno inquinanti, nuovi motori elettrici e a metano, bici e barche a remi. Corteo a remi lungo il Canal Grande – dove saranno garantiti i vaporetti del trasporto pubblico – stazioni taxi in funzione. E traghetto gratuito offerto dai gondolieri. Riflettori accesi sull’inquinamento e il moto ondoso, da tempo ormai le vere emergenze della città d’acqua. Moto ondoso che ha raggiunto livelli insostenibili. Anche ieri, vigilia della giornata ecologica, centinaia di taxi e motoscafi sfrecciavano ben oltre i limiti di velocità nei canali di collegamento con l’aeroporto, alle Fondamente Nuove e in bacino San Marco. Ma anche alla Certosa e nel canale delle Navi, nel canale di Burano e intorno a Murano. Arriva la bella stagione e arrivano i turisti, e correre significa guadagnare di più. La vigilanza è scarsa, la molteplicità di competenze mai risolta non aiuta. E’ il motivo per cui ad esempio in bacino San Marco e canale della Giudecca il divieto non sarà osservato. Traffico come al solito, comprese le grandi navi da 130 mila tonnellate di stazza.

«Sarebbe come pretendere quando c’è il blocco del traffico in terraferma di bloccare l’autostrada o la tangenziale», dice Bettin, «oltretutto non ne abbiamo i poteri».

Torna d’attualità la proposta, avanzata dal sindaco Giorgio Orsoni in campagna elettorale e contenuta nella nuova legge Speciale di Felice Casson in discussione al Senato per concentrare i poteri sulle acque lagunari in capo alla città. Oggi sono divisi tra Comune, Autorità portuale, Magistrato alle Acque, Capitaneria di Porto, Provincia, Regione.

Obiettivo è quello di dare una svolta sulla mobilità in laguna. Una strada sbagliata che non si è mai interrotta, quella di consentire a chiunque di girare per i delicati canali e le barene lagunari. Barche di ferro e scafi «dislocanti», fumi neri per il grande contenuto di zolfo (le grandi navi da crociera ma non solo). Tolti anche i limiti di larghezza per accedere nei rii interni, ridotta al minimo la sorveglianza con la demolizione delle garritte dei vigili urbani, posti di controllo fisso che erano stati costruiti una decina di anni fa. Alle 12 a Ca’ Farsetti il convegno sulle «imbarcazioni a basse emissioni», organizzato da Assonautca e Camera di Commercio. Ci saranno anche gli assessori interessati (Bettin, bergamo, Paruzzolo, Panciera, Ghetti).

Sul campo anche proposte avanzate da decenni ma mai attuate come il numero chiuso per le barche nei rii, i minitaxi, i motori elettrici o ibridi, i propulsori a metano e l’energìa solare. Una strada obbligata, anche se oggi il mercato e il turismo di massa spingono in direzione opposta. Venerdì sera alla Compagnia della Vela di San Giorgio convegno di esperti sull’attualtià delle barche tradizionali in legno. La storia a volte ritorna.

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