«Campione veneto dello sport ha investito mezzo milione»

Lo rivela l’avvocato Pardo che difende una sessantina di persone nel Nordest Un tecnico informatico truffato organizza un comitato per riavere indietro i soldi

PORDENONE

Non si ferma la valanga di denunce dei risparmiatori finiti nella rete del gruppo Venice investment, convinti dai guadagni facili prospettati dal trader portogruarese Fabio Gaiatto, da martedì in carcere a Pordenone per associazione a delinquere, truffa, abusiva attività di gestione del risparmio e autoriciclaggio. Tremila risparmiatori coinvolti – in buona parte residenti in Friuli e Veneto – per 72 milioni di euro.



Chi non ha potuto riavere indietro i soldi è deciso ad andare fino in fondo per le vie legali e tra i casi più rilevanti spunta adesso quello di un investitore che si era convinto a versare un capitale di mezzo milione di euro. L’investimento più elevato tra quelli emersi. Di chi si tratta? Attraverso il velo della riservatezza, dietro al quale sono rimasti finora nascosti buona parte dei risparmiatori, filtrano solo pochi indizi. È uno sportivo di rilevanza nazionale, veneto ma residente in America.



Ieri abbiamo contattato il legale al quale si è rivolto: Aldo Pardo di Castelfranco Veneto. Da parte dell’avvocato bocca cucita – doverosamente – sull’identità dello sportivo investitore. Ma è stata comunque l’occasione per fare una panoramica sulla sessantina di casi che il legale sta seguendo, tra Friuli e Veneto. «Le persone che assisto avevano investito, in tutto, almeno due milioni – ha spiegato Pardo –. I clienti ricevevano la password e poi, nel proprio account personale, vedevano aumentare con cadenza pressoché mensile il capitale investito. La crescita poteva attestarsi, mediamente, sul 10 per cento ogni mese. Un rendimento troppo alto per non far sorgere qualche sospetto. Purtroppo, a volte, si finisce per peccare di ingenuità ed è facile lasciarsi suggestionare quando si sente parlare di Forex, mercati valutari e dei guadagni che sarebbero in grado di garantire».



Entra nel vivo, intanto, anche la battaglia di Federconsumatori Pordenone, con l’avvocato Roberto Cescutti: «Finora stiamo seguendo una ventina di casi, piccoli risparmiatori di San Vito, Casarsa, Morsano e Portogruaro che hanno investito mediamente tra i 10 mila e i 20 mila euro. Una minima parte di loro ha riavuto i soldi indietro. Nella maggiora parte dei casi le ripetute sollecitazioni sono risultate vane».

«Ogni volta sembrava che i soldi da restituire non fossero disponibili, ma il paradosso era che visualizzando i dati sugli account i rendimenti continuavano a salire. Adesso l’appello a tutti coloro che ritengono di aver subito una perdita ingiusta è di farsi avanti e denunciare. Posso capire il pudore, la paura di passare per degli ingenui che si fanno raggirare, ma non c’è nulla di cui vergognarsi in questo caso».



«Sinceramente, avvocato, sapere che Gaiatto piange non mi fa pena. Ciò che mi fa pena è sentire le persone che mi chiamano disperate dicendomi che a “causa di Gaiatto mi sono separato dalla moglie e non ho più un posto dove andare”, o “non so come mantenere i miei figli”, oppure “gli ho affidato i risparmi di una vita”. Queste persone mi fanno veramente pena». Ecco uno dei passaggi più significativi della lettera aperta inviata al nostra giornale da un tecnico informatico udinese, Omar Baruzzo, che si definisce «uno dei truffati» e si rivolge idealmente anche all’avvocato di Gaiatto, Luca Ponti. «Spero che Gaiatto stesso, mettendosi una mano nella coscienza e l’altra nel portafoglio – aggiunge il tecnico informatico udinese –, faccia di nuovo tornare la serenità sui volti dei truffati». Baruzzo annuncia anche la nascita di un comitato per portare avanti la battaglia legale. «Domani», afferma, «incontreremo un avvocato che ha già dato la disponibilità a occuparsi sotto il profilo tecnico dell’attività di questo comitato. Nel frattempo tutti gli interessati possono contattarmi via whatsapp al numero 349 5481561 per avere informazioni». «A breve», annuncia Baruzzo, «organizzeremo anche una riunione a Portogruaro alla quale saranno invitati tutti coloro, friulani e veneti, che ritengono di essere stati truffati». —



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