Campane, fioccano multe. Decibel e durata eccessivi

Non è solo la chiesa di viale Don Sturzo a essere stata “pizzicata” dall’Arpav perché il suono delle campane non è conforme alla normativa sul rumore. La multa è infatti arrivata anche all’indirizzo di viale San Marco 170, ossia la parrocchia di San Giuseppe. Stesso il motivo: un esposto dei “vicini” di casa, stressati dai rintocchi disturbatori troppo frequenti e prolungati. Il problema, insomma, c’è eccome e la convivenza tra le attività liturgiche e il “menage” casalingo di chi abita a due passi dai luoghi di culto, non è tutta rose e fiori.
A certificarlo sono gli uffici dell’assessorato all’Ambiente: «Un contesto densamente urbanizzato come quello presente in vaste parti del nostro territorio comunale, favorisce a volte l’emergere di situazioni potenzialmente conflittuali». La direzione Ambiente fa sapere che la giurisprudenza penale e civile, ha operato una distinzione tra suono delle campane al di fuori delle funzioni liturgiche e il suono delle campane collegato alla liturgia.
Nel primo caso l’utilizzo non differisce dall’uso di un qualsiasi altro strumento sonoro e quindi, come tutte le altre sorgenti, deve rispettare i limiti imposti. Al contrario, se l’uso delle campane è collegato alla funzione, entra in gioco l’accordo di revisione del Concordato, nella parte in cui assicura alla Chiesa cattolica la libertà di pubblico esercizio del culto. «Questo però», si precisa, «non significa farne un utilizzo indiscriminato».
Il fatto però, è che la Cei ha affrontato il tema, invitando i vescovi ad assumere un apposito provvedimento per contenere la “verve” dei parroci che amano lodare Dio a tutte le ore. La Diocesi di Venezia non lo ha fatto. «Ci attiveremo prontamente con la Curia» spiegano gli uffici comunali «affinché adotti il regolamento sul suono delle campane, così come suggerito dalla Cei».
Nel caso di quelle di San Pietro Orseolo, in via Don Sturzo, l’Arpav ne ha rilevato l’uso tra le 14 e le 18 volte al giorno, con diversi eventi di durata superiore ai 3 minuti. «Una frequenza, unitamente alla tipologia della sorgente sonora e alla vicinanza tra le campane e il ricettore, che ha indotto l’Arpav ad attestare il superamento dei limiti acustici», si legge in una nota dell’assessorato all’Ambiente.
«Questo è lo stato delle cose», spiega l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin «abbiamo inquadrato il problema, che esiste e d’ora in poi si potrà valutare insieme, Curia e Comune, come intervenire.Con il buon senso si può risolvere la questione. Ad esempio, abbassando il volume dove si può, oppure intervenendo laddove le campane indicano lo scorrere delle ore. Penso che i margini ci siano. Si può lavorare sulla tecnica con buon senso».
La Direzione Ambiente suggerisce di ridurre la durata degli eventi più lunghi o limitare l’uso delle campane agli scopi strettamente liturgici.
Il parroco di San Pietro Orseolo, don Rinaldo Gusso, per ora ha riposto il contro-esposto, nel cassetto: «Ho parlato con la Curia», dice, «Mi hanno risposto che si attiveranno con il comune. Io suono tutte le ore eccetto dalle 13 alle 15, la campana fa al massimo dodici rintocchi a mezzogiorno, ma non credo proprio che duri tre minuti. Le mie campane sono piccole: come la mettiamo allora con quelle di Carpenedo? Di quanto sforerebbe lì? O vogliamo parlare del campanile di San Marco che suona la marangona a mezzanotte?».
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