Camion cisterna in coda: «La sicurezza è a rischio»

MARGHERA. Lunge code di camion in attesa di entrare alla Petroven per riempire le cisterne di carburanti da distribuire nelle stazioni di servizio di tutto il Veneto e buona parte del Nordest.
All’alba di ieri mattina erano quasi un centinaio i camion cisterna erano in fila in via dei Petroli dove era in corso un presidio con volantinaggio e assemblea organizzato dai sindacati di categoria davanti all’entrata dell’area dei depositi di carburanti gestita da Petroven. Una protesta in realizzata in occasione dello sciopero nazionale di quattro ore indetto da Filt-Cgil, Fit- Cisl e Uiltrasporti «contro le misure della Commissione Europea che intendono modificare la regolazione dei tempi di guida e di riposo per i camionisti ed escludere gli stessi dall'applicazione delle norme europee sul distacco dei lavoratori».
Dopo il volantinaggio e l’assemblea sindacale che ha interessato i dipendenti di Petroven e delle aziende di autotrasporto Bertani, Transadriatico e Meritrans, una delegazione di sindacalisti si è recata in prefettura dove è stata ricevuta dal capo gabinetto. «Abbiamo chiesto al Prefetto – spiega Marcello Salbitani della segreteria della Filt-Cgil veneziana – di esercitare il suo ruolo istituzionale trasmettendo al Governo italiano la nostra grande preoccupazione per una decisione della Commissione Europea che rischia di riportare un settore come l’autotrasporto, che nel veneziano conta circa 5 mila addetti, nel caos più totale. In questo modo si finisce per favorire la concorrenza sleale, ovvero il dumping al ribasso delle tariffe di autotrasporto, mettendo così a repentaglio la salute e l’integrità degli autisti con orari maggiorati». «L’Unione Europea – continua Salbitani – deve fermare le iniziative di modifica del regolamento sui tempi di guida e di riposo che possono avere un forte impatto negativo sui tempi di vita e di lavoro, già gravosi ed usuranti, con riflessi sul Contratto nazionale, la contrattazione aziendale di secondo livello e sulla sicurezza nelle strade».
I sindacati dei dipendenti delle aziende di autotrasporto sono convinti che le nuove norme europee, se applicate «taglierebbero il tempo di riposo settimanale da 45 a 24 ore, estendendo il tempo di guida con un impatto negativo sulla sicurezza stradale e sui tempi di vita e lavoro dei camionisti». Secondo Filt, Fit e Uiltrasporti «l’esclusione degli autisti di mezzi pesanti dall’ambito di applicazione del distacco dei lavoratori può favorire la legalizzazione della discriminazione sulla base della nazionalità, in termini di retribuzioni e condizioni di lavoro, può inoltre creare ulteriori distorsioni, incoraggiando le aziende ad utilizzare forza lavoro a basso reddito; può causare il ritardo nell’applicazione delle norme ed infine aumentare pressione, stress e l’onere amministrativo a carico del lavoratore».
Gianni Favarato
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