Cambia l’orchestra, ma la musica è sempre la stessa
Cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa. Cambia il governo, con un'immagine più professionale, più sobria, meno volgare, senza le luci della ribalta con contorno di prostitute e barzellette; ma l'attacco alle condizioni di vita e di lavoro della maggioranza dei cittadini che vivono del loro lavoro dipendente e della pensione, o dei giovani senza futuro, non cambia.
Negli ultimi 30 anni c'è stata, nel nostro paese, una poderosa redistribuzione della ricchezza a favore dei ricchi, mentre i poveri sono diventati sempre più poveri. E i poveri non sono i barboni, ma milioni di lavoratori, di giovani e pensionati che pagano le tasse più di tutti e fino all'ultimo centesimo
Oggi, in Italia, il 10% dei cittadini detiene oltre il 45% della ricchezza finanziaria e reale complessiva, ossia 3.727 miliardi di euro sul totale degli 8.850 stimati dalla Banca d'Italia. L'altra faccia della medaglia è che il 50% delle famiglie detiene solo il 10% della ricchezza del paese. Mentre nel 1980 l'Irpef, cioè le tasse pagate sostanzialmente da lavoratori dipendenti e pensionati, era del 63,3% rispetto alla totale della tassazione diretta, nel 2009 questa percentuale è passata al 74,6 per cento.
Questo è uno strano paese. Mentre qualcuno dice che c'è molta ricchezza, che si vive bene, dove i ristoranti sono strapieni e moltissimi possiedono macchine di lusso e yachts, si scopre, dalle dichiarazioni dei redditi, che nel 2008 quasi il 50% degli italiani hanno dichiarato meno di 15.000 euro di reddito annuo e il 90,4% ha dichiarato meno di 35.000 euro (qui ovviamente ci sono la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati). Solo lo 0,95% ha dichiarato un reddito superiore a 100.000 euro.
Come si spiega tutto ciò? Semplicemente con l'evasion e fiscale che supera i 120 miliardi annui.E allora, arriva Super Mario che dice "saremo un governo dell'equità" e, uno pensa, finalmente la storia si rovescia e ai lavoratori dipendenti e ai pensionati verrà restituito il maltolto. Niente di tutto ciò. Probabilmente i primi provvedimenti del governo Monti riguarderanno l'ICI o l'IMU (la nuova Imposta Municipale Unica) che se non avrà una forte progressività, graverà in modo determinante sui redditi più bassi; la rivalutazione delle rendite castali senza fare distinzioni tra ricchi e poveri; l'ipotesi di un ulteriore aumento dell'IVA che è un'imposta chiaramente regressiva, colpendo in pencentuale di più i redditi più bassi. E non si parla, invece, di patrimoniale sulle grandi ricchezze che avrebbe permesso di fare un pò di giustizia sociale. Berlusconi ovviamente non la vuole.
Ma non basta. A proposito di attenzione ai giovani e di equità, che il Presidente del Consiglio Monti avrebbe posto come valori fondanti del programma di Governo, si vorrebbe l'immediata estensione del sistema contributivo per il calcolo delle pensioni ai lavoratori, con il risultato che ci sarà una riduzione secca delle pensioni per tutti. Con questo sistema di calcolo, già in vigore dal 1995, per coloro che avevano meno di 18 di contributi, dopo 40 anni di lavoro la pensione, invece dell'80% della retribuzio, sarà del 53% circa. E ora Monti vorrebbe che questo sistema venisse esteso a tutti.
Tutto ciò non basta ancora, vorrebbero allungare ancora l'età pensionabile portandola per tutti a 67 anni che, con le finestre e adeguamento automatico all'allungamento della vita media, arriverà in pochi anni a 70 anni.Ma dov'è l'attenzione per i giovani? dov'è l'equità?La musica, dunque, è sempre la stessa; ma il maestro d'orchestra non sta più Italia, ma a Francoforte presso la BCE:Francamente stupisce e rammarica vedere l'appiattimento e la subalternità a questo Governo di alcuni partiti del centro sinistra che siedono in Parlamento. In particolare il PD che sembra aver firmato una cambiale in bianco ai poteri forti di questo paese.
Francesco Di Cataldo
Segretario del Partito dei Comunisti Italiani
Venezia
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