Cade in bici su una buca, Comune di Venezia condannato a risarcire

MARGHERA. Era malridotta, la strada in cui F.L. è caduto in bicicletta rompendosi un braccio con tanto di intervento chirurgico. E la responsabilità della manutenzione spettava esclusivamente al Comune di Venezia. È per questo motivo che la seconda sezione civile del tribunale di Venezia ha condannato la stessa amministrazione comunale a risarcire il 39enne, residente a Mestre, con circa 44 mila euro tra danni patrimoniali e non.
I fatti risalgono all’11 marzo del 2015. L’uomo stava infatti percorrendo via degli Olmi, a Marghera, in sella alla propria bicicletta. All’improvviso, come scrive il giudice, è «caduto a terra sul fianco destro a causa della disconnessione del manto stradale e della presenza di alcune buche».
L’articolo del codice civile per cui il Comune di Venezia è stato citato in giudizio è il 2051, che disciplina la responsabilità per i danni cagionati da cose in custodia.
E tra queste, inevitabilmente, rientra anche la manutenzione del tratto di strada comunale interessato dall’incidente in bicicletta a Marghera. A detta del tribunale, «lo stato dei luoghi presentava un’obiettiva situazione di pericolosità tale da rendere molto probabile, se non inevitabile, il danno».
La tesi del ciclista, poi, è stata rafforzata dallo stesso padre del 39enne, presente di persona durante l’incidente. Questa infatti la testimonianza riportata di fronte al giudice: «È caduto dentro la buca perché si è mossa una placca di asfalto dentro la buca».
Così continua la testimonianza: «Ero in passeggiata in via degli Olmi a Marghera assieme a mio figlio che mi precedeva, e improvvisamente lungo un breve tratto rettilineo vedevo mio figlio perdere l’equilibrio sbandando alcune volte e poi cadere rovinosamente a terra. Ricordo che mentre lo soccorrevo notavo che la strada era profondamente dissestata e c’erano alcune buche profonde che avevano fatto perdere l’equilibrio a mio figlio». Nel giro di qualche settimana, il Comune aveva provveduto a risistemare la strada. Un’ulteriore riprova, sempre secondo il tribunale, «che una disconnessione c’era».
Quella caduta disastrosa era costata al 39enne circa 4 mesi di tutore al braccio. A causa dell’incidente, infatti, l’uomo aveva riportato una lussazione del gomito destro con contestuale frattura della coronoide ulnare. Era stato addirittura necessario un intervento chirurgico. Da qui, la condanna al risarcimento. Il tribunale di Venezia ha riconosciuto la somma di 40.924 euro a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale e alla somma di 3.746 a titolo di risarcimento del danno patrimoniale. —
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