Cacciari: «L’Arpav è stata zitta» Replica: «Falso, tutti sapevano»
Biancotto: «Sulla fuga all’Ineos vigeva il segreto istruttorio ma ad aprile il Comune era stato informato»
L’Arpav smentisce il sindaco, Massimo Cacciari, che anche ieri - all’assemblea di Cgil, Cisl e Uil sulla sicurezza negli ambienti di lavoro, tenutosi al Capannone del Petrolchimico - ha ripetuto, lamentandosi, che l’agenzia per la protezione dell’ambiente non ha mai informato il Comune dell’entità della fuga di cloruro di vinile monomero (ben 4 tonnellate e non 200 chili come sosteneva e sostiene l’azienda) dall’impianto di Ineos Vinyls, il 6 luglio del 2006. Dall’aprile scorso non solo la Procura di Venezia e il Comune, ma anche la Prefettura, la Camera dei deputati (dove Paolo Cacciari e Luana Zanella avevano presentato interrogazioni in proposito) e il nucleo ambientale dei Carabinieri (Noe) avevano ricevuto le informazioni relative alla fuga.
«Ho già fatto presente al capo gabinetto del sindaco che nell’aprile scorso abbiamo mandato in Comune una copia della relazione chiesta dal ministero dell’Ambiente e poi spedita alla Commissione Europea Grandi Rischi Industriali. Nella relazione era evidenziata la nostra valutazione, condivisa dai Vigili del Fuoco e dall’Ispel, sulla stima di quella fuga di cvm», dice Renzo Biancotto, direttore dell’Arpav veneziano. Biancotto, all’occorrenza, è pronto ad esibire la ricevuta della raccomandata con ricevuta di ritorno che attesta la spedizione della relazione a Ca’ Farsetti nell’aprile scorso. L’invio della relazione era stato chiesto proprio da Ca’ Farsetti, dopo che in Consiglio comunale, precisamente il 21 aprile, il consigliere di Rifondazione Comunista, Sebastiano Bonzio, aveva presentato un’interrogazione in cui chiedeva lumi sulla notizia che a Bruxelles era arrivata una relazione del ministero italiano in cui si parlava delle 4 e più tonnellate di cvm uscite dalla guarnizione difettosa. Malgrado ciò, la relazione arrivata a Ca’ Farsetti è rimasta in qualche cassetto visto che il sindaco tuttora non ne sa nulla. E tanto meno il consigliere Bonzio che non ha mai avuto risposta alla sua interrogazione.
Il direttore dell’Arpav precisa che il Comune non è stato informato prima di aprile delle stime della commissione tecnica incaricata dal ministero - così diverse da quelle di Inoes -, in quanto su quella fuga di cvm era aperta un’inchiesta della magistratura veneziana e l’Arpav era ed è tenuta al rispetto del segreto istruttorio. «In ogni caso - sottolinea Biancotto - debbo precisare che, trattandosi di una fuga di cvm a bassa quota rimasta nell’ambito dell’ambiente di lavoro, la competenza nell’intervento non era dell’Arpav, bensì dello Spisal e quindi dell’Asl 12». L’Arpav - peraltro senza essere stata chiamata da nessuno sul posto, il giorno della fuga di cvm del luglio 2006 - era intervenuta poche ore dopo l’evento nello stabilimento di Ineos e, insieme ai tecnici della Provincia di Venezia (del Comune non c’era nessuno), aveva fatto una serie di rilevamenti in base ai quali, tra agosto e settembre del 2006, ha redatto una perizia tecnica sull’incidente - in cui già si ipotizzava una stima di cvm emesso molto superiore a quella stimata dall’azienda - e l’ha consegnata al sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, tuttora aperta.
«Faccio presente che il cvm e inodore e incolore e quindi non rientra negli incidenti evidenti all’esterno del Petrolchimico, per i quali il protocollo firmato in Prefettura non prevede l’obbligo da parte delle aziende di informare l’Arpav sull’accaduto - aggiunge Biancotto -. Proprio per evidenziare l’incongruenza di questa distinzione, che priva l’Arpav della possibilità di intervenire subito nei luoghi dove si verificano incidenti rilevanti, ho scritto al Prefetto una lettera già nel settembre dell’anno scorso». Insomma, non solo tutte le istituzioni erano informate da mesi su questa maxi-fuga di cvm - portata agli onori della cronaca dall’interrogazione in Regione di Gianfranco Bettin - ma già pochi giorni dopo l’incidente del 6 luglio 2006 si sapeva che le valutazioni dei tecnici di Arpav e Provincia stimava una quantità molto maggiore di cvm emesso; una quantità pari al doppio e forse più di tutto il cvm che Ineos dice di emettere nell’arco di un anno, pari a 2,2 tonnellate regolarmente autorizzate.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video